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Cinema e Filosofia

"Sugar Man", alla ricerca del poeta perduto

Quando Einstein chiamò spazio-tempo quella bobina cinematografica

di Riccardo Tavani

Dove è scritto “genere: Documentario” dovete sostituire con “classe: Capolavoro”. La vittoria dell'Oscar holliwoodiano e del Bafta, il prestigioso premio dell'Accademia Cine Tv Britannica, entrambi come “Miglior Documentario 2013”, sono un riconoscimento mai tanto giusto e mai tanto riduttivo allo stesso tempo. Una pellicola va riconosciuta per la qualità della sua storia e della sua forma artistica, indipendentemente dal fatto che sia una fiction o un documentario. Anzi, andrebbe sempre ricordato che la vera precipua caratteristica del cinema è più nella presa diretta con la realtà che nella finzione narrativa, essendo quest'ultima di evidente derivazione letteraria e teatrale, ovvero di media comunicativi antichi che non rappresentano in sé la specifica modernità del cinema.

Il cinema come una bella vacanza

Per il ciclo "Carte blanche d' ete" a cura e con Ugo G. Caruso"

All' Arena Pigneto di Roma un omaggio a Dino Risi, con Fabrizio Corallo e Oreste De Fornari

Un omaggio a Dino Risi è in programma lunedì 22 agosto alle ore 21 alla Mini Arena Pigneto, per il ciclo "Carte blanche d'été" a cura e con Ugo G. Caruso."Nel corso della serata sarà proposto "Una bella vacanza," un documentario a cura di Fabrizio Corallo, realizzato per 3D produzioni e trasmesso dalla Rai in occasione dei 90 anni del grande regista milanese. L'incontro ideato e condotto da Ugo G. Caruso prevede una conversazione con Fabrizio Corallo alla quale interverrà in veste di noto esegeta dell'opera di Dino Risi il critico cinematografico Oreste De Fornari autore del saggio "I filobus sono" "pieni di gente onesta" nonché del recente documentario "L'estate di Bruno Cortona" - "Castiglioncello nell'anno del Sorpasso,"firmato insieme a Gloria De Antoni"."Al termine, a sorpresa verrà proiettato un titolo tra i più ingiustamente sottovalutati nella vasta filmografia di Dino Risi, perfetto per la sua ambientazione balneare per essere gustosamente rivalutato in una notte d'estate.

Vi presento Sindbad

A Cosenza, nel corso di una serata suggestiva Ugo G. Caruso esplora il mito metaletterario del libertino ungherese creato da Gyula Krudy e reinventato da Sandor Marai

Una serata insolita ed affascinante sta per svolgersi in un luogo segreto del centro storico di Cosenza. Apparentemente potrebbe trattarsi della presentazione di un libro ma in realtà è qualcosa di più originale e complesso. Lo spunto è offerto infatti dal romanzo di Sándor Márai Sindbad torna a casa, uscito da poco per Adelphi in cui lo scrittore ungherese, oggetto di una fortuna letteraria postuma anche qui in Italia, riprende il personaggio inventato da un altro scrittore suo connazionale ma di una generazione precedente, Gyula Krúdy, popolarissimo nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento sia nei circoli letterari di Budapest per la fortuna e la copiosità della sua opera, sia nelle cronache mondane per il suo esuberante stile di vita da dandy. Questi ne fece una sorta di alter ego in un romanzo e due raccolte di racconti nel biennio 1911-12, trasfigurando a sua volta il personaggio mitico del marinaio delle Mille e una notte in un avventuriero magiaro dell’Ungheria fin de siècle.

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