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Teatro - Scoperte del post-moderno: la scienza è un vampiro che cerca l'immortalità

Da un po' di tempo l'Europa è colpevole di aver smarrito la sua forza riflessiva, i suoi tempi di meditazione e di mediazione, il suo rapporto con il ragionamento e il dubbio.

In un'epoca di mutazioni, alcuni comportamenti, un tempo inaccettabili, sono oggi codificati e non più censurabili: si configura una perdita d'identità dell'assoluto.

Il pensiero contemporaneo è stato generato dall'esercizio di una profonda logica multimediale. Arte, scienza, sport, spettacolo, tutto sembra confluire in un insolito unico sapere. Persino il DNA è stato scoperto grazie ad un nuovo e stretto rapporto tra fisica e biologia. Oggi però un sapere specialistico sta offuscando l'intelligenza collettiva allontanandola dal sapere polivalente di una conoscenza universale; resta fondamentale che, per favorire l'aspetto creativo, lo stimolo provenga dai vari campi del sapere.

Il mondo però non è pieno solo di brutte notizie. Assassini,mostri e persino vampiri,negli ultimi tentativi di omologare il diverso che è in ognuno di noi,vengono inseriti in film e storie varie con un loro rinnovato fascino spettrale, con volti esangui, ma amletici e dinamici,metafisici più che incarogniti dalle cattive frequentazioni. Di fronte a questo recupero, vogliamo presentare una trama medio mostruosa, legata ad un'atmosfera tecno-gotica, tra Nosferatu e Alien Four: vittime e carnefici scoprono il nostro futuro tra rapporti quotidiani perversi e privi di ogni rispetto per le persone.

Si riaffaccia quindi la necessità di ritrovare le pagine immortali di Edgar Allan Poe, di Dostoevskij, di Stoker con tanta nostalgia per Mary Shelley e Marilyn Manson, tutti incredibilmente d'accordo per fare in modo che le parole terminino di far "testo" per divenire teatro e abbandonare l'oggi adeguandosi alla diversa realtà di un rapidissimo futurismo istantaneo.

Siamo in piena epica POSTAETERNUM, dive passato e futuro sono condannati a coesistere dalla velocità delle comunicazioni,dalla enormità delle nuove scoperte. Viviamo in un flusso che rinnova continuamente il nostro agire,il nostro comunicare. Nel nuovo millennio l'intera umanità sopravvive alla meno peggio senza la cognizione di che mondo nascerà, perché non sappiamo che cosa accadrà a noi domani.

Ormai la scienza fa promesse sull'eternità quasi come una religione. Già serpeggia tra noi una sorta di frustrazione pensando che ipoteticamente tra qualche generazione, diventerà più consistente il sogno dell'eternità; la si potrà proprio constatare:in pochi anni la vita media è notevolmente aumentata, cento anni non sono più una meta per pochi in un solo decennio sono innumerevoli le rivelazioni che dovrebbero aver sconvolto il nostro modo di porsi nel mondo. Sta per nascere un simulatore del cervello umano,organi e pelle saranno riproducibili all'infinito,i ciechi vedranno,gli assetati potranno bere sulla luna. L'uomo sarà in grado di non morire mai.

Cosa può provocare il fatto di poter prolungare la vita all'infinito?

Dobbiamo convincerci che l'arte, come sempre,deve stimolare la scienza a velocizzare la sua sperimentazione,ma preparare anche la società a un futuro.

Perché fino a ieri siamo stati mortali? Basta aspettare Godot! Non ne troviamo il motivo. Viene alla mente l'invettiva di Carmelo Bene: "Non siete voi che ci cacciate, siamo noi che vi condanniamo a rimanere!"

Ma ora che la morte ha le ore contate? Quale nuova stagione d'idee, di cultura, di fermenti, di luce aprire? Dove potremmo ritrovare un certo equilibrio, la solidarietà, una visione serena della vita quando, non il mare, ma la vita inonderà il mondo?

a Napoli, Teatro Spazio Libero
via Parco Margherita, 28 b - ore21,30

Progetto e regia: Vittorio Lucariello
Con: Elena Imperatore - Martina Liberti - Vito Marotta - Ilaria Parente - Marianna Popova
Scene : Salvatore Migallo e Adua D'Onofrio
Luci e suoni: Vittorio Adinolfi

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