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La tela e lo schermo. Cinema e arti figurative si confrontano a Rende

Una rassegna sui rapporti tra cinema e arti figurative è in programma a Rende (Cosenza). La tela e lo schermo, ideata da Giuseppe Scarpelli con la consulenza di Ugo G. Caruso, realizzata dal Cineforum Falso Movimento, è il fiore all'occhiello del Settembre Rendese: in cartellone la presentazione di documentari rari, biopic d'autore e videoinstallazioni. Tra i momenti clou venerdi 12 alle ore 20.30 al Museo del Presente Ugo G. Caruso propone Van Gogh di Maurice Pialat, un film del '91 che merita di essere recuperato, così come Klimt, diretto da Raul Ruiz nel 2006 che verrà introdotto sabato 13 da Bruno Roberti. Gran finale il 27 nel centro storico con la suggestiva videoinstallazione Rembrandt's J'accuse di Peter Greenaway curata da Gianluca Covelli e Giuseppe Scarpelli.

Un'originale kermesse dedicata al complesso rapporto tra le arti figurative e il cinema, La tela e lo schermo, inserita nel cartellone del Settembre Rendese, rappresenta certamente uno degli appuntamenti culturali più interessanti del momento nell'area urbana cosentina. L'iniziativa ideata da Giuseppe Scarpelli e realizzata dal Cineforum Falso Movimento, in collaborazione con Ugo G. Caruso, si snoderà nell'arco di tre serate. Si comincia venerdì 12 al Museo del Presente di Rende (Piazzale J. F. Kennedy, Roges di Rende) dove a partire dalle 17.30 gli appassionati del cinema d'autore e delle arti plastiche potranno seguire una breve maratona che inizierà con la proiezione di Bacon’s arena il documentario del regista inglese Adam Low che descrive attraverso testimonianze, rari filmati d’archivio e interviste al pittore irlandese Francis Bacon, il percorso esistenziale e artistico di uno dei geni del ‘900 che è riuscito meglio di chiunque altro a rappresentare divinamente la bellezza nella bruttezza, a sprigionare la sua grandezza nella rappresentazione di volti scarni e corpi deformati, a cogliere la vera essenza dell’uomo contemporaneo attraverso la ricerca dolorosa e mai remissiva della più nascosta intimità delle persone. A seguire, una vera chicca, il saggio di diploma del 1978 alla prestigiosa Accademia FAMU di Praga del serbo Emir Kusturica, Guernica. Arte, storia, guerra, bambini, immagini grottesche, discriminazioni razziali, c'è già tutto quello che diventerà il cinema di Kusturica nel suo primo cortometraggio; la storia, ambientata nel 1937, narra di un bambino ebreo cecoslovacco, che i genitori cercano in tutti i modi di preservare dagli orrori delle leggi razziali antisemite. La fonte ispiratrice è un racconto dello scrittore serbo Antonije Isakovic. A chiudere la prima giornata, infine, Ugo G. Caruso, storico del cinema, presenterà Van Gogh, il film diretto nel 1991 dal compianto regista francese Maurice Pialat e interpretato da un intenso Jacques Dutronc, già popolarissima vedette della canzone d'oltralpe nel ruolo del grande pittore post-impressionista olandese la cui travagliata esistenza aveva già ispirato altri titoli. Qui si raccontano gli ultimi tre mesi di vita di Vincent Van Gogh trascorsi in una casa di campagna ad Auvers-sur-Oise in compagnia del dottor Gachet, suo medico curante e generoso ammiratore. Scritto dallo stesso Pialat e realizzato in otto mesi di riprese e tre operatori diversi, il suo Van Gogh è la storia di un artista nella sua dimensione più umana e dolente. Insomma un grande film, poco conosciuto e per questo assolutamente da recuperare.

La seconda giornata, sabato 13 non sarà meno intensa e ricca di emozioni. Si partirà alle 17.30 con il doc. Schifanosaurus Rex, un omaggio a Mario Schifano di Franco Brocani realizzato nel 2006 nel decennale della morte di uno dei rappresentanti più importanti della Pop Art italiana ed europea. Un documentario che rimanda nel titolo alla voracità feroce del Tirannosaurus Rex, in cui il regista ha voluto metaforizzare la figura di Schifano, per divorare lo schema stantio ed accademico del consueto documentario d'arte, sperimentando una forma assai più vicina a modalità dell'arte figurativa odierna; come scrive Roberto Turigliatto “una vera e propria istallazione filmica di unità scheggiate su un flusso libero di associazioni letterarie e immagini”. Si continua alle 19.00 con Atlas, il primo lungometraggio realizzato da uno dei più controversi artisti francesi (ma di origine siciliana) Antoine D'Agata, straordinario ed “estremo” fotografo dell’agenzia Magnum, abituato ad indagare con il suo obbiettivo la realtà e i suoi orrori. Nel suo diario autobiografico che è Atlas, come un grande artista, più simile ad uno scultore che ad un regista, traccia i segni di una geografia dell’abisso riuscendo a farci vivere, come nella videoarte di Bill Viola, un’esperienza fisica, spaziale da cui si farà fatica a riemergere. In chiusura della seconda serata Bruno Roberti, docente del Dams dell'Università della Calabria proporrà Klimt, una coproduzione franco-austro-tedesca del 2006 firmata dal cineasta cileno Raul Ruiz in cui il maestro dell'Art Nouveau, protagonista della Secessione viennese è interpretato dall'eclettico attore americano John Malkovich. La serata sarà un’occasione per ricordare un regista che a Rende ha girato nel 2008 anche un film, Agathopedia, realizzato insieme agli studenti del Corso di laurea in Dams dell’UNICAL.

Ma non è finita. L'appuntamento di chiusura è fissato per sabato 27 nel centro storico di Rende con una videoinstallazione di Gianluca Covelli e Giuseppe Scarpelli che darà la possibilità di immergersi in un contesto extracinematografico in una delle ultime performance di Peter Greenaway, Rembrandt's J'accuse, dove si ipotizza che Rembrandt volesse denunciare nel suo celebre dipinto “Ronda di notte” l'esistenza di una cospirazione assassina e che la caduta verticale della fama e del prestigio del pittore fiammingo, seguita alla realizzazione del dipinto stesso, si debba con ogni probabilità al j'accuse e alla condanna morale che i suoi contemporanei e committenti colsero nell'opera.

Documentari rari, biopic d'autore, videoinstallazioni, insomma, come dicevamo, una kermesse che si discosta dagli standard consueti delle manifestazioni pubbliche estive e che potrebbe essere il fiore all'occhiello anche nel cartellone culturale di una grande città.