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Patrick Modiano alla ricerca d'un tempo non suo in un labirinto di nome Parigi

Al Cineclub Alphaville di Roma (via del Pigneto, 283) mercoledì 17 dicembre alle ore 21 è in programma un'interessante serata dedicata a Patrick Modiano, insignito nell'ottobre scorso del Premio Nobel per la Letteratura. A condurre l'incontro sarà Ugo G. Caruso, da anni appassionato lettore dello scrittore francese, ben prima dell'importante riconoscimento e del conseguente boom editoriale che ha fatto sì che i suoi tanti romanzi fin qui inediti in Italia si riversassero d'un colpo negli scaffali delle nostre librerie. L'appuntamento prevede una conversazione dello stesso Caruso che illustrerà la figura di Modiano e i nodi fondamentali della sua opera narrativa alternandosi all'attore Mario Schittzer che leggerà brani scelti dei suoi romanzi. A seguire verrà riproposto il film di Patrice Leconte Il profumo d'Yvonne del 1994 interpretato da Hippolyte Girardot, Sandra Majani, Jean Pierre Marielle, Richard Borhinger, Corinne Marchand e Paul Guers,  tratto dal romanzo Villa triste che Modiano scrisse nel 1975, appena pubblicato in Italia da Bompiani.

iglio di Albert Modiano, un ebreo italiano proveniente da Salonicco e di Louisa Colpeyn, una fiamminga che aveva lavorato come traduttrice alla Continental, la casa di produzione cinematografica controllata dai tedeschi durante l'occupazione, Patrick Modiano è stato fin qui semisconosciuto in Italia e amatissimo in Francia dove puntualmente ogni anno consegna uno smilzo romanzo all'editore Gallimard. Lo scrittore aveva già vinto in patria diversi premi ma l'inatteso Nobel ha lasciato sopresi sia lui che Gallimard. Incoraggiato all'esordio da Raymond Queneau e da Andrè Malreaux, il giovane Modiano è affascinato tra le tante cose Per Caruso sarebbe più esatto parlare di un Simenon "destrutturato", come si ama dire nel gergo della nouvelle cuisine, ovvero ridotto all'evocazioni di certe atmosfere noir, alle suggestioni di certi milieux ma privo dell'ordito e soprattutto senza epiloghi o soluzione dell'enigma. Viene pure da pensare alla somiglianza con certi protagonisti sbandati e randagi dei primi film della Nouvelle Vague, fissati nello stesso smagliante bianco e nero. Modiano è un'instancabile flaneur dans les rues de Paris,  descritta come una metropoli labirintica e fantasmatica. I personaggi di cui tenta febrilmente di ricostruire la sofferta vicenda esistenziale è gente incontrata nei bistrot del Quartier Latin o di Montparnasse, sparita improvvisamente per ragioni misteriose, forse legate ad un delitto, poi inaspettatamente avvistati da qualcuno per caso in metro o in un anonimo rione della banlieu e di cui resta alla fine soltanto una foto di gruppo, sbiadita e spiegazzata. Amori perduti,storie ordinarie, minime, disperse giorno dopo giorno nell'indifferenza quotidiana ma che rappresentano per Modiano un insopportabile ammanco di memoria, una sottrazione dolorosa alla sua stessa vita. E' probabile che a far scattare in lui l'esigenza della scrittura sia stato il mistero che avvolge la vicenda di suo padre, un ebreo che trafficava con la famigerata banda della Rue Lauriston, dove si trovava il comando della Gestapo francese. dai romanzi polizieschi e anche da Georges Simenon con cui i critici hanno trovato vari punti di contatto. Il tema di un passato torbido o, peggio, inconfessabile percorre tutti i suoi romanzi. Uno di questi, Dora Bruder, rappresenta per l'appunto il tentativo dello scrittore di ricostruire la scomparsa di una ragazza ebrea di quindici anni poi deportata ad Auschwitz. Come pure la macchia indelebile del collaborazionismo nella Francia petainista ritorna nel film Cognome e nome: Lacombe Lucien di Louis Malle, la cui sceneggiatura è appunto firmata da Modiano. Ma tutta la sua opera è trapuntata da una rete talmente fitta di richiami,  da darci l'impressione di aver letto un unico romanzo in una serie innumerevole di versioni, ciascuna centrata su una diversa, affascinante variazione.