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Johnny Hallyday vendicatore a Macao nel segno di Jean Pierre Melville

Come di consueto il Cineforum Falso Movimento di Rovito (Cosenza) conclude la sua fitta stagione con un cineappuntamento della rassegna Flashback curata da Ugo G. Caruso che a sua volta, come d'abitudine, volutamente propone in chiusura un titolo poco intonato al clima natalizio. Infatti per il cineappuntamento n. 41 in programma lunedì 29 alle ore 21 al Teatro Comunale, la scelta è caduta su Vengeance (Fuk sau Hong Kong - Francia 2009), uno stilizzato noir del regista-produttore hongkongese Johnnie To interpretato dal popolare rocker transalpino Johnny Hallyday che rende dichiaratamente omaggio a Jean Pierre Melville, maestro francese del "polar esistenzialista".

Johnnie To incontra Johnny Hallyday, ovvero uno dei cineasti di punta di Hong Kong, dallo stile inconfondibile, incrocia un'icona della musica pop francese, il settantenne cantante rock ricorrentemente attratto dal cinema. Ne viene fuori un noir originale, raffinato e visivamente scintillante che vuole rendere omaggio alla migliore tradizione del polar francese, quella che identifichiamo con Jean Pierre Melville. A partire dal nome del protagonista, Françoise Costello, che richiama Le samourai, il celebre film di Melville del 1967 che nella versione italiana divenne inopinatamente Frank Costello, faccia d'angelo ma soprattutto per il ritratto di un "killer esistenziale" apparentabile ad altri illustri omologhi del cinema noir americano di cui il regista francese fu un autentico ambasciatore nel suo paese. To infatti avrebbe voluto Alain Delon quale protagonista del suo film, come per far rivivere il personaggio creato da Melville, tanto da pensare di accantonare il progetto dopo il diniego del divo francese prima che qualcuno gli suggerisse il nome di Hallyday che si rivelerà perfetto per il ruolo. Il risultato, come detto, è un noir elegante e denso di sequenze memorabili come la coreografica sparatoria nella discarica, un saggio di stile in cui si possono rintracciare tante influenze diverse, dall'iperrealismo dei film degli anni ottanta del connazionale John Woo al linguaggio dei fumetti, da Sam Peckinpah agli spaghetti western fino ai crime movies di Kitano ma in cui forse più che nelle sue opere precedenti, To riesce a svincolarsi da quei condizionamenti che ne avevano fin qui imbrigliato in parte il talento figurativo. Scritto dal consueto sodale Wai Ka-Fai, fotografato magnificamente da Cheng Siu-Keung e musicato in stile western da Lo Tayu, Vengeance, presentato a Cannes nel 2009 ha vinto nello stesso anno il Leone nero quale miglior film al Courmayer Noir in Festival.

Françoise Costello, un cuoco francese che ha un ristorante sugli Champs Elisées e un passato importante nella malavita sbarca a Macao. La figlia, sposata ad un cinese è in fin di vita. Un commando delle triadi facendo irruzione in casa sua gli ha sterminato la famiglia. E così Costello decide di vendicarla ma è solo e non conosce la città, anzi non distingue un orientale da un altro. Il caso però gli consente di entrare in contatto con tre killer professionisti che si legheranno a lui dapprima per denaro, poi per un vincolo di stima e d'amicizia. Ma il mandante della strage in casa della figlia è un gangster potente e spietato che ha alle sue dipendenze un esercito di sicari. Tra gli oscuri bassifondi di Macao, antica colonia portoghese che sembra una Las Vegas orientale, inizia una lotta senza quartiere contrassegnata da continui rovesciamenti di fronte. Ma Costello che ha l'essenzialità e la fedeltà alla propria missione proprie di un samurai, è un uomo sofferente nell'anima e nel fisico. E quando una vecchia pallottola rimastagli nella testa durante la sua vita precedente rischia di fargli perdere la memoria tutto diventa ancora più maledettamente difficile....