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Matteo Renzi

Riforma costituzionale in tv, il blitz da Fazio e Annunziata è solo l'inizio

Su un tema così delicato la par condicio è particolarmente delicata. E richiede un serio, appropriato ciclo di tribune referendarie.

Vincenzo Vita

Il nuovo ministro dello sviluppo Carlo Calenda si occuperà di quella parte del suo dicastero che ha a che fare con il sistema dei media? Forse, chissà, è utile dare qualche conforto al sottosegretario con delega Antonello Giacomelli nel momento del bisogno. Infatti, il castello su cui si poggia la struttura del servizio pubblico pare molto infiacchita, a parte il regalo di Natale della (contro)riforma. Infatti, ancora non è uscito sulla Gazzetta ufficiale il decreto ministeriale e diversi dubbi interpretativi permangono su taluni aspetti (il diavolo si nasconde nei particolari) della riscossione del canone di abbonamento con la bolletta elettrica. Luglio si avvicina. Un dubbio maledetto: non è che si voglia posticipare il balzello a referendum costituzionale avvenuto? Anche ad essere politicamente corretti, però, il calendario gregoriano non è stato inventato dai “professoroni”.

Il referendum fallito e l'elettroregime di Renzi

Allarme rosso per la democrazia dell’informazione. L’elettroregime di Matteo Renzi è persino più pesante di quello dell’allora premier Berlusconi – quasi da punteggio tennistico. I dati pubblicati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (elaborati da Geca Italia) sulle presenze televisive di marzo sono impietosi e segnalano una bulimia mediatica senza precedenti. Il vecchio duopolio Rai-Mediaset ormai è un coro ossessivo con un’unica nota. Lo stesso Renzi si è lanciato nella serata di domenica in un’invettiva contro talk, facebook, twitter: “rei” di muovere delle critiche, come se anche l’articolo 21 della Costituzione fosse già stato abrogato. Eppure, proprio di tali strumenti si è giovato sempre con bulimia l’attuale presidente del consiglio per la sua affermazione.

Renzi, irruzioni abusive nel servizio pubblico

di Vincenzo Vita

“Per gravi e urgenti necessità pubbliche, la richiesta del presidente del consiglio dei ministri ha effetto immediato” (art.33, terzo comma del Testo unico del 2005). Così recita la norma a proposito della richiesta del premier di poter andare in televisione ad horas. Rispondeva a simile tipologia l’ ”ospitata” imprevista di domenica scorsa a In mezz’ora di Lucia Annunziata? Certamente no, visto che si parlava dell’emendamento per “Tempa Rossa”, vicenda entrata nel procedimento giudiziario. Quindi, l’episodio è esecrabile e non doveva succedere. Tra l’altro, va sottolineato che siamo in periodo di stretta par condicio per il referendum cosiddetto delle “trivelle”, previsto per il prossimo 17 aprile. Renzi ha approfittato dello spazio improvvidamente acquisito per dire -con malcelata furbizia- la sua.

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