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Paolo De Falco

L'Italia che sta al Valle

La parte invisibile

“Bisogna scagliarsi contro le vittime”, diceva Artaud non molto tempo fa, nel secolo precedente e lontano. In vari modi, però più subdolamente che apertamente, questo è stato fatto e ora è venuto il momento di chiedersi come sta la democrazia, lei che ha a che fare più con i cominciamenti dell’uomo che con la manutenzione dei suoi effetti. Qualcuno diceva che, in qualche modo, gli uomini, all’inizio, sono sempre più democratici, più interessati a condividere le cose che scoprono o che raggiungono e poi, col tempo, si lasciano prendere dalle paure e dagli egoismi. Il tempo, dunque, sarebbe la prima causa del fallimento umano. Così, in questa nostra epoca, vittima inutile, la democrazia osserva il suo aguzzino sdraiata sul letto, supplichevole e lasciva, come se lo specchiamento potesse ancora funzionare, mentre l’uomo, invece, va avanti e indietro nella stanza non avendo il coraggio di fermarsi e guardarla negli occhi, non avendo la forza di portarla a curarsi, non sapendo che fare con questo corpo così giovane e così vecchio.

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