di Andrea Dosi
La settima edizione del Festival delle Scienze di Roma (dal 19 Gennaio al 22 Gennaio all'Auditorium Parco della Musica) affronterà il concetto di “tempo”, come concetto pervasivo e parte integrante del nostro vivere la realtà. Nel festival il tempo è visto, come direbbe Nietzsche, sia da un punto di vista storico che non storico, cioè sia esterno, oggettivo, sia come tempo interiore, dell'anima. Se ricordare è creare, la video opera di Steve Reich e Beryl Korot "Tree Tales" (in scena venerdì 20/01/2012 alle ore 21), ripercorre la storia spesso violenta e tragica del "secolo breve" attraverso tre famosi momenti temporali irripetibili e incisi nel marmo del XX secolo: la tragedia del dirigibile Hildenburg, l'esperimento atomico dell'isola di Bikini e la clonazione artificiale della pecora Dolly; un dibattito circa la natura fisica, etica e religiosa della perfezione tecnologica che continua e cresce costantemente nel tempo fino ad oggi.
Sia la fisica moderna, sia per definizione la musica, sono arrivati ad indagare la sinfonia dello spaziotempo: la prima con la “teoria delle stringhe” la seconda partendo dal tempo come elemento imprescindibile della sua esistenza; “sinfonia del tempo” è una rappresentazione del tempo come elemento base della musica: tra sabato 21 e domenica 22 si eseguono, in prima romana nel “tempo reale” di 24 ore, le Vexations, di Erik Satie, 35 battute ripetute sempre di continuo, da un alternarsi di 90 pianisti: tutto dal vivo. Tre video d’autore scorreranno per tutta la durata del Festival: Bikini di Beryl Korot & Steve Reich, basato sull’esperimento atomico nell’atollo del Pacifico, è il secondo movimento di Three Tales; il tempo di una città (Tokio) è l’oggetto del video di Bill Viola; Alvin Lucier nel suo lavoro indaga sulla parola che, ripetuta nel tempo e sempre più lontana, si fa man mano meno intellegibile, puro suono e infine gorgoglio. Il Poème Symphonique di Gyorgy Ligeti, «cerimoniale musicale per 100 metronomi», è una sorta di “grado zero” della riflessione sul tempo nella musica. E sullo stesso tema, nelle sue varie sfaccettature, s’interroga Antonio Caggiano nel laboratorio/concerto del 22, un viaggio nel mondo colorato dei timbri e dei ritmi degli strumenti a percussione, attraverso opere di grandi compositori del Novecento. Sulla sinfonia dello spaziotempo interessante è la Lectio Magistralis di Richard Gott (domenica 22 Gennaio alle ore 12). Tratterà delle soluzioni alle equazioni della relatività generale di Einstein per le stringhe cosmiche, che in teoria ci permetterebbero di viaggiare nel futuro o creare un loop spaziotemporale per visitare il passato.
Ci saranno numerosi incontri, dialoghi e lectio magistralis proprio per dibattere sulla natura rigida e storica del tempo, su quella interiore, flessibile, non storica e sulle interconnessioni tra loro (tra gli altri interverranno Jean-Pierre Luminet, Vittorio Bo, Carlo Fuortes, Stefano Benni). Esiste il tempo? Come cambia il tempo tra le culture e tra gli individui? Come è cambiato il tempo della scienza? C'è conflitto tra il tempo della scienza e il tempo della nostra esperienza riguardo alla natura del presente? Questi sono alcuni interrogativi ancora aperti a cui si tenterà di dare un punto di vista interessante. In un secolo in cui il tempo non storico è entrato pesantemente in quello storico, vista la “brevità” di questo secolo rispetto ai precedenti, e vista la sua natura relativa, interconnessa, dall'andatura ondulatoria come una corda di violino e probabilmente illusoria.