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Olgettina a chi ? . La rivolta del burlesque contro Silvio

“Dai come si chiama…a casa mia si facevano spettacoli di… di burlesque!”. Con poche parole Silvio Berlusconi è riuscito a farsi un nuovo nemico: il mondo degli artisti di burlesque. E anche a Reggio Emilia, città dove è nato il primo Collettivo Italiano Burlesque, c’è chi non ha digerito l’ultimo show del Cavaliere.

“Berlusconi ha cercato di sfruttare un’arte per giustificare i suoi comportamenti – critica la reggiana Giulia Moser, 29 anni, insegnante ufficiale di burlesque presso l’Insomnia Studio – E’ uno spettacolo di professionisti formati, si tratta di una satira-burla, niente a che fare con il ‘bunga-bunga’”. Insomma una nuova trovata dell’ex premier, forse troppo confuso da tonache orsoline o completi crocerossini.

“Nel burlesque utilizziamo gli stereotipi, quindi ci travestiamo da personaggi della vita reale – spiega la Moser, in arte ‘Nuit Blance’ – ma mai per svilire la figura che stiamo interpretando. Non si sale sul palco con l’intento di spogliarsi, lo spogliarello diventa ironico, mai volgare e tanto meno gesto sessuale. Spero che qualche artista del nostro settore faccia uno spettacolo su questa storia, su Berlusconi e tutto quello che è accaduto. Almeno dobbiamo riderci sopra”.

A Reggio Emilia, tutti i mercoledì sera, si tengono le lezioni di burlesque, gestite dal collettivo ‘Silk Ribbon Sister’, prima associazione reggiana a promuovere l’ ‘arte della burla’, in Italia e nel mondo. “Questo signore non sa nemmeno cosa sia il burlesque – commenta Rossella Pivanti, organizzatrice del corso reggiano – Parole del genere non fanno bene a questa arte, generano malcontento tra gli artisti, che tra coreografie e costumi, si applicano per il burlesque. Mettiamo in scena uno spettacolo ironico, lungi dall’essere volgare. La sensualità è sempre velata”.

Da quanto emerso dalle cronache ad Arcore di velato non c’era neanche il campanello. Chi insegna il burlesque generalmente ha affrontato anni di formazione all’estero e, per gli spettacoli, vengono chieste consulenze a coreografi, sceneggiatori e costumisti. Non basta abitare all’Olgettina e vestirsi da poliziotta. Per rimanere in tema, tra scherzi e sorrisi amari, c’è chi cita una battuta del “The Rocky Horror Pictures Show”: “Non è facile divertirsi. Perfino ridere mi fa dolere la faccia“ .

Intanto il mondo del burlesque sta valutando l’idea di portare in scena proprio Mister B. e la sua corte.

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