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Varate le nuove norme per 'editoria: contro i giornali alla Lavitola, favoriranno le testate on line - di Giorgia Nardelli

di Giorgia Nardelli

Rimborsi in base alle vendite effettive e non più in base alla tiratura, possibilità di mantenere il diritto ai finanziamenti anche se la testata passa all'on line, ridistribuzione dei contributi sulla base dei giornalisti e dei poligrafici assunti. Le norme per la ripartizione del Fondo a sostegno dell'editoria stanno per cambiare, questa volta per davvero. Le nuove regole sui cosiddetti contributi diretti potrebbero essere contenute già nel decreto fiscale che il governo varerà domani. O, in alternativa, secondo i più informati, saranno varate nel Consiglio dei ministri della prossima settimana.

Da 170 a 130 milioni all'anno
L'obiettivo - quello di cui si discute e si polemizza da anni - è quello di tagliare i "rami secchi", limitando l'accesso ai finanziamenti alle sole testate "vere" (molti tra quelle che ricevono i contributi non finiscono nemmeno in edicola), e riducendo l'ammontare complessivo del fondo, che fino al 2010 è stato di circa 170 milioni di euro. Le misure in arrivo potrebbero permettere di ridurlo a 130 milioni.

Rimpinguato il fondo per il 2011
La norma in via di definizione dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'editoria Paolo Peluffo punta anche a rimpinguare le somme già destinate per il 2011 (che dovranno essere versate agli aventi diritto, secondo i vecchi parametri, entro il dicembre 2012). Fino a oggi il fondo possiede solo 53 milioni di euro effettivi, pare si sia riusciti a raddoppiarne la disponibilità.

Rimborsi solo sulla base delle copie vendute
Ma le novità riguardano soprattutto il futuro. Salvo sorprese dell'ultimo minuto l'ammontare del contributi sarà stabilito in base alla percentuale del copie vendute sul totale di quelle distribuite. La stretta interesserà soprattutto i quotidiani di partito che fino a oggi, oltre a una quota fissa, percepivano un contributo direttamente proporzionale alla tiratura (e non alle copie effettivamente distribuite) ingoiando così ingenti somme.

Resta il vincolo dei giornalisti assunti
Requisito sine qua non per ricevere il rimborso pubblico resterà un certo numero di giornalisti e poligrafici assunti nella testata a tempo indeterminato. È in arrivo poi una novità non da poco, studiata per venire incontro a quelle tante testate (alcune anche "storiche", vedi il Manifesto, ma anche Liberazione), che non sono più in grado di sostenere il costo di un giornale cartaceo, e rischiano la bancarotta: qualora una testata che già ha accesso al fondo per l'editoria dovesse decidere di "migrare" sul web, continuerà a ricevere il contributo statale, anche se in misura inferiore.

Per chi va on line il 60% dei contributi
Nella proposta che Lelio Grassucci, già presidente di Mediacoop (l'associazione che rappresenta le cooperative editoriali e i giornali senza fine di lucro) aveva fatto al governo si parlava di conservare l'80% del contributo. Ma sembra che l'esecutivo sia più intenzionato a riconoscere una percentuale del 60%. Tanto quanto basta, comunque per consentire la sopravvivenza di una testata non più gravata dai costi di stampa e distribuzione. E preservare il pluralismo dell'informazione.

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