La prima notizia, è apparsa qualche giorno fa su Twitter: il sito di Wikileaks era sotto attacco. Sotto attacco DDoS. Attacco che si realizza quando verso un sito, arriva, in rapidissima successione, un numero talmente elevato di richieste di contatti da mettere in crisi il server che lo ospita. Poi, sembrava tutto rientrato.
Ma non era così: il gruppo fondato da Julian Assange ha dovuto confermare che da cinque giorni, il sito continua ad essere sotto attacco. La mattina dell'8 agosto è andato completamente giù.Non solo: ma sempre la mattina dell'8 agosto è finito sotto attacco anche il sito di un'associazione francese no-profit, FDNN, che da tempo si è offerta di raccogliere fondi a sostegno di Wikileaks, visto che su direttiva americana le compagnie che gestiscono le carte di credito hanno bloccato i conti dell'associazione.
Wikileaks, attraverso alcuni siti mirror - computer che copiano interi siti, per renderli funzionanti anche quando le pagine Web principali sono of line - prova a riflettere sulle ragioni di quest'attacco. Sul perché avviene proprio in questi giorni.
E offre diverse ipotesi.
Le più inquietanti: stavano per essere pubblicati sul sito di Wikileaks file compromettenti sul regime siriano (e le sue complicità con l'apparato diplomatico statunitense). Così come stavano per essere rese pubblici altri file sulla pesante repressione cinese nei confronti dei dissidenti (il gruppo avrebbe anche le prove di diversi omicidi di Stato made in Pechino). Senza contare, ovviamente, che il sito di Wikileaks quotidianamente forniva notizie sulle manovre americane per ottenere, al di fuori di qualsiasi legge internazionale, l'estradizione di Assange.
Dunque: Siria, Cina o America. I sospetti sono su questi tre.