De Blasio e Gitai accendono il festival di Ischia
Un documentario a ischia può scatenare una tempesta a New York ? No, questo forse no, ma certo può rafforzare il legame che già esiste tra la Campania e il nuovo sindaco italo americano della Grande Mela, Bill De Blasio. Presentato ieri sera in apertura del Ischia Film Festival, il lavoro di Daniela Riccardi ha avuto un'immediata eco negli Usa.
Sono arrivati infatti quasi in diretta da New York gli apprezzamenti del sindaco Bill de Blasio per il documentario che racconta le sue origini italiane. "Dalla mia prima visita a Sant'Agata quando ero un adolescente, alla mia recente visita con i miei figli Chiara e Dante, e mia moglie Charline, ho sempre sentito un forte attaccamento verso il paese di Sant'Agata e verso l'Italia. Sono profondamente onorato di essere il soggetto di questo nuovo documentario, e sono soprattutto grato a voi tutti che avete dedicato tanto tempo e preziose energie per raccontare questa storia. Anticipo con grande piacere l'opportunità di vedere il documentario e di rivedere l'Italia quanto prima". Queste le parole di ringraziamento del sindaco di New York, espresse attraverso la portavoce italiana Roberta Mongillo, in occasione della prima all'Ischia Film Festival di "Bill de Blasio. Un Sindaco in Comune".
All'anteprima era presente anche il sindaco di Sant'Agata dei Goti, Carmine Valentino, che promette che presto sarà organizzata una proiezione anche nel comune sannita. Nella serata inaugurale c'è stato l'incontro con Amos Gitai, a cui è stato conferito un premi dal Festival. E' stato presentato anche il suo lavoro "Ana Arabia". Filmato in un unico piano sequenza di 81 minuti, il film è un momento nella vita di una piccola comunità di reietti, ebrei e arabi, che vivono insieme in una enclave dimenticata al "confine" tra Jaffa e Bat Yam in Israele.
"Per Ana Arabia" -dice Gitai- "mi sono dato l'obiettivo di realizzare l'intero film in un unico piano sequenza, senza tagli in cui il ritmo avvolge i frammenti delle figure. Ma c'è -spiega il regista- "anche una dichiarazione politica nel commentare che i destini degli ebrei e degli arabi non saranno recisi, né separati. Essi sono intrecciati e devono trovare il modo pacifico, di coesistere e la forma attraverso cui vivere la propria vita, così" -conclude- "si rafforzeranno e si stimoleranno e non più solo attraverso i continui conflitti".
In "Ana Arabia", Yael, una giovane giornalista decide di visitare un piccolo villaggio; in quelle baracche fatiscenti tra i frutteti carichi di limoni, circondate da gigantesche abitazioni popolari, scopre una serie di personaggi distanti dai cliché con i quali viene descritta la regione. Yael ha la sensazione di aver scoperto una miniera di umanità. Non pensa più al suo lavoro. Le facce e le parole di Youssef e Miriam, Sarah e Walid, e dei loro vicini e amici la introducono alla vita, ai sogni e alle speranze, agli amori ai desideri e alle illusioni. La loro relazione con il tempo è diversa da quella della città che li circonda. In quel luogo provvisorio e fragile, c'è la possibilità di coesistere, di vivere insieme. Una metafora universale.
Il festival prevede poi domani lunedì 30 l'incontro con un altro personaggio del grande cinema europeo, Billie August.
altre info: www.ischiafilmfestival.it