una chicca di teatrodanza per Teatri di Pietra
di Clara Costanzo
Come ogni estate, anche quest'anno si è aperto il sipario sulla nuova edizione dei Teatri di Pietra, la rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, con oltre venti aree coinvolte che ospitano gli appuntamenti di una programmazione dedicata ai temi del Mediterraneo e del Mito in Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Kiron Cafè nasce dall'esigenza della compagnia di non praticare un testo specifico ma trovare un pretesto per tradurre un pensiero attraverso personaggi, parole, musica e danza.
La Medea di Pasolini comincia con Giasone che parla con Chirone.
Ma chi è Chirone? Un Centauro “differente”.
Secondo la mitologia greca, i Centauri erano esseri mezzo uomini e mezzo cavalli, generati dalla congiunzione sacrilega di Issione con Nefele, la nuvola, vivevano sul monte Pelio in Tessaglia ed erano esseri lascivi e attaccabrighe, litigiosi e amanti del vino e del sesso sfrenato. Chirone invece, nacque da Crono, che aveva assunto la forma di cavallo e da Filira, una delle figlie di Oceano, che, per il ribrezzo di quel figlio mostruoso, chiese agli dei di essere trasformata in altra cosa e divenne un tiglio (phylira), pianta dai poteri medicinali, calmante assai usata nel mondo antico. Chirone differiva grandemente dagli altri Centauri, distinguendosi per saggezza e pacatezza e nella sua grotta educò i figli di dei ed eroi, fra i quali Eracle, Giasone, Castore, Polluce, Achille e Asclepio. Conosceva e insegnava l'arte della guerra e della caccia, la medicina, la musica e l'astrologia e compilò il calendario di cui si servirono gli Argonauti. Ferito accidentalmente da Eracle, suo amico e discepolo, con una freccia intinta nel sangue dell'Idra di Lerna, Chirone, che era immortale, si ritirò con la ferita inguaribile nella sua caverna dove languì, in preda ad atroci dolori finchè scambiò la sua immortalità con la mortalità di Prometeo che, condannato da Zeus per aver dato agli uomini il fuoco e insegnato loro le scienze e le arti, fu incatenato su una rupe del Caucaso, dove un avvoltoio gli rodeva il fegato che poi sempre ricresceva.
In questo Kiron Cafè, un cabaret stile tedesco, si assiepano personaggi che hanno incontrato Chirone nel mito e che ora giungono coi loro tormenti, reietti e diseredati, profughi in uno spazio di frontiera, sospeso, senza luogo definito e senza tempo.
Nel Cafè, Prometeo, col fuoco tra le mani, è un cuoco partenopeo e Chirone, il cui abito elegante svela i fasti di un tempo passato, tiene i conti pur continuando nell'illusione di voler insegnare, cercare di trasmettere il sapere, la consapevolezza dell'essere.
“Guerra, stupri, morte e malvagità: ecco la triste verità... solo il pensiero, solo il sapere salva”.
L'umanità viandante che affolla il locale è trista e affamata, cerca cibo e ristoro e Chirone e Prometeo, che si illudono ancora di emancipare gli uomini attraverso la sapienza e la cultura, sono due sconfitti, dolenti per un mondo che più non appartiene loro. Al Cafè si danza al suono struggente di una fisarmonica accorata e si canta il dolore dell' umanità al confine tra buio e luce, tra ignoranza e sapienza, tra forza bruta e saggia umanità.
Grande emozione per un piccolo spettacolo che invita alla riflessione sulla società contemporanea.
Con Sebastiano Tringali-Chirone, Mario Brancaccio-Prometeo, Luna Marongiu-Madre, Rosa Merlino-Leda, Tiziana D'Angelo-Arianna, Marta Cirello-Briseide; Pino Bersani-Dioscuri, gipeto-Eracle, Ennio Dura-Achille e Marcello Fiorini alla fisarmonica. Coreografia e regia Aurelio Gatti. Drammaturgia di Sebastiano Tringali e Aurelio Gatti.
Prodotto da MDA Mimo Arte Alternativa di cui quest'estate saranno in tour nei Teatri di Pietra anche altri due spettacoli: Argonauti e Incantu Scantu.