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IL VIRUS DEL COMPLOTTO

di Daniele Malavolta

In questi giorni di reclusione comprendo che la gente stia impazzendo dando credito a teorie del complotto e avallando l'utilizzo di posti di blocco con dispiegamenti di forze superflui come se dovessero fermare chissà quali pericolosi ricercati. Quando e se finirà questa faccenda non ci sarà un condono, come auspicato da ZeroCalcare , per tutte queste parole spese avallando fantasiose teorie su 5G catalizzatore del virus o sui pangolini mannari mangiati crudi dai cinesi nei wet market. Bisognerebbe segnare nel libro nero tutte queste castronerie e rinfacciarle ogni giorno a chi si prende la briga di condividere la propria opinione non richiesta sui social. Giusto un anno fa i sostenitori del governo del cambiamento esternavano ancora tronfiamente i loro proclami, "rosicate", essi dicevano. Si è visto poi cosa è successo, molti fanno i vaghi ma io ho buona memoria per certe spacconate. Provo fastidio per chi avalla le teorie di Montagnier o di Tarro solo perché Burioni è antipatico, senza nemmeno avere gli strumenti per capire di cosa si stia parlando. Si tende a dare credito con poca obiettività a quello che già è in linea con la nostra opinione consolidata. Che il virus sia stato creato in laboratorio è un pensiero rassicurante, che la natura possa un giorno escogitare un virus ancora più letale per liberarsi di noi è invece un pensiero che ci spaventa. Le stolide affermazioni che il virus scomparirà senza un vaccino sono un pensiero che alimenta la speranza, soprattutto dei no vax. Ma la speranza, come affermava Monicelli, è spesso una trappola. Il perché si debba considerare automaticamente quello che viene da una fonte ufficiale falso e manipolato e quello che viene da un blog fakenews.com automaticamente libero pensiero. Capisco la sfiducia in uno Stato che ha troppi scheletri nell'armadio su tante questioni ma al limite le fonti sarebbero inattendibili allo stesso modo. Si può non credere a Montagnier senza essere per forza fan di Burioni così come si poteva essere critici con Berlusconi senza essere per forza comunisti. Il pensiero unico è questa semplificazione forzata. C'è una errata convinzione che la propria opinione ed esperienza sia assoluta quando invece per la statistica uno vale uno e quello che va bene per noi non vale per una comunità di milioni di persone. Esprimere la propria opinione sui social non è democrazia, sono solo chiacchiere contro altre chiacchiere e valgono zero. Lo strumento democratico, per quanto imperfetto, è il voto. Se adesso in parlamento siedono persone che non saprebbero fare una O con un bicchiere è anche colpa di chi era troppo preoccupato di farmi sapere che i vaccini causano autismo e il cancro si cura col limone per mettere una croce in modo sensato. Sopravvivere a questo momento difficile, anche economicamente, sarà complicato. Evitiamo però, visto che sono venuti meno i clandestini e gli immigrati come nemici per la propaganda, di prendercela con l'Europa o chissà quali complotti planetari; sono solo scorciatoie rassicuranti per evitare di ammettere la nostra inadeguatezza a comprendere.

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