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"LO SCRITTORE NON È IL DETECTIVE, È L'ASSASSINO!"

A COSENZA, NEL CHIOSTRO DI SAN DOMENICO, UGO G. CARUSO PRESENTA "NOTTURNO DI GIBILTERRA", UNO DEI ROMANZI PIÙ SORPRENDENTI DELL'ANNUALE EDIZIONE DEL PREMIO SILA, DIALOGANDO CON L'AUTORE, GENNARO SERIO.

Uno degli appuntamenti più attesi della decina del Premio Sila in concorso quest'anno, è in programma a Cosenza giovedì 8 Ottobre alle ore 18 (precise) nel Chiostro di San Domenico (Via Sertorio Quattromani).
Sarà presentato il romanzo di Gennaro Serio, "Notturno di Gibilterra" edito per i tipi de "L'Orma".
Lo scrittore, napoletano, giovanissimo, alla sua opera d'esordio, è giornalista culturale e collabora tra gli altri, con Il Manifesto, Alias e Il Venerdì di Repubblica.

A illustrare il libro conversando con l'autore sarà Ugo G. Caruso, lettore curioso dai gusti eterodossi, incline a zigzagare tra la letteratura "alta" e quella di genere - gialli, noir, mistery, spy-stories - di cui si è occupato per molti anni, firmando saggi e articoli, nonché organizzando eventi su questi temi.

Sospinto da uno stile versatile e sorprendente, Notturno di Gibilterra mette in atto un furibondo sabotaggio del genere più letto e amato: il giallo. Nell'appartata sala da tè del Grand Hotel Rodoreda di Barcellona, un giovane giornalista sta intervistando il celebre scrittore Enrique Vila-Matas. Ma, evidentemente, qualcosa va storto. Nella sala resta solo il cadavere dell’intervistatore mentre Vila-Matas pare svanito nel nulla.
Un detective scontroso e fiero «nemico delle Lettere» si lancia all'inseguimento del supposto assassino con l’aiuto della sorella Soledad, medico legale e coltissima lettrice, che sembra invischiata nella vicenda più di quanto non dovrebbe.
Si innesca così un congegno romanzesco composto di carteggi, referti, interviste, picaresche peripezie, imprevedibili cambi di fronte che mette in scena persino un campionato mondiale della detection disputato dai più illustri investigatori letterari. A sfidarsi sotto l'alto arbitrato di Jorge Luis Borges, ci sono infatti mostri sacri come Nero Wolfe, Padre Brown, Philip Marlowe, Fabio Montale, Hercule Poirot, Ciccio Ingravallo, Pepe Carvalho, Maigret, Sherlock Holmes ed altri ancora). A tutto ciò si aggiungono le apparizioni di scrittori e letterati come W. G. Sebald e Robert Walser, Antonio Tabucchi e Tristan Tzara e c'è perfino Ernest Hemingway che fa il cascamorto con Karen Blixen.
Un «ipergiallo» giocoso e diabolico, un rutilante excursus metaletterario che a tratti assumendo la struttura di un pastiche ironico dalle ascendenze culturali alte, anzi altissime, racconta vicende mirabolanti all'interno di una sapiente rete di divertiti omaggi e ghiotte citazioni con cui trascina il lettore dai canali delle Fiandre al Baltico, dall'Accademia di Svezia alla Patagonia, per approdare infine a Gibilterra, dove marginali poeti allo sbando rivendicano uno spazio a quella materia incandescente che è la letteratura.
Il romanzo ha vinto il Premio Italo Calvino con la seguente motivazione:
"Per il coraggioso esperimento metaletterario condotto nel testo con lingua poliedrica, sulla scia dei modelli cosmopoliti di Vila-Matas e Bolaño. Un giallo sofisticato dal gusto ironico e parodistico che vede i protagonisti in viaggio per l’Europa dei luoghi di culto della scrittura terminando nella Gibilterra dell’immortale Molly Bloom”.
Come si sarà compreso, l'incontro è imperdibile per la sua originalità, non solo per gli appassionati del romanzo d'intreccio ma pure per i frequentatori della grande letteratura, ammesso che esistano ancora distinzioni sostenibili tra le due categorie.

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