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La scoperta del “giornalismo borderline”

La percezione della realtà è fondamentale nel lavoro di uno “spin doctor”. Nel migliore dei casi si tratta di ruotare la telecamera negli angoli che interessa far vedere. Nel peggiore, ingigantire o addirittura creare notizie che supportino la narrazione che si vuole accreditare all'opinione pubblica. Di seguito, ne ricordiamo alcuni , tra i più interessanti degli ultimi anni.

La monaca bosniaca violentata
Nell’aprile 1994 i giornali italiani pubblicarono la straziante testimonianza di suor Lucj, una religiosa bosniaca stuprata dalle «Aquile bianche serbe». A distanza di un anno un giornalista scrisse che Suor Lucj aveva dato alla luce un bel maschietto, che aveva lasciato il velo e che viveva a Zagabria. Tempo dopo si seppe che Suor Lucj non è mai esistita: la sua storia era in realtà un racconto di fantasia di un sacerdote, monsignor Alfredo Contran, premiato in occasione di un concorso letterario a fine 1993. Come il suo racconto sia diventato una storia giornalistica ancora oggi è un mistero.

Hollywood, le false interviste di Kummer
Tom Kummer, un autore svizzero che vive a Los Angeles, inventò per anni interviste con prominenti star dello show business e del cinema quali Sharon Stone e Courtney Love, e li vendette alla rivista zurighese Tages-Anzeiger e alla Süddeutsche Zeitung. Kummer non fu solo creativo come falsificatore. Per giustificare il suo operato inventò il «giornalismo borderline» – un termine del quale il settore dei media non potrebbe oggi più fare a meno. Lo scandalo fu scoperto nella primavera del 2000 dalla rivista d’informazione Focus.

Michael Born: un altro falsificatore in serie
Born riuscì, tra il 1991 e il 1995, a falsificare una cinquantina di contributi televisivi che furono trasmessi da Stern TV per RTL. Produsse del materiale anche per Spiegel-TV, Vox, Sat-1, ProSieben e per la svizzera DRS. Tra i suoi numerosi falsi, vale la pena ricordare quello in cui inscenò dei bombardamenti del PKK su alcuni luoghi di villeggiatura in Turchia e quello in cui inventò un servizio su una cellula tedesca del Ku-Klux-Clan. Quando Born fu smascherato, finì in carcere. Dopo il suo rilascio espresse l’intenzione di girare un film satirico sulla manipolazione mass-mediale.

Schütz, la manipolazione come missione
Uno dei falsificatori in serie più in gamba operò all’inizio del secolo scorso: tra il 1911 e il 1931 Arthur Schütz – ingegnere e inventore – diede a bere numerose false notizie sulle «assurdità tecniche più raccapriccianti» a giornalisti che, ignari, le pubblicavano. Egli propinò i prodotti della propria fantasia ai redattori, che li acquistavano in buona fede: inventò ruote ovali, isolanti di rame, carburatori per locomotive e molte altre trovate «high tech». L’operato di Schütz aveva uno scopo pedagogico: egli voleva infatti svelare l’incompetenza dei giornalisti, il loro fittizio sapere universale e combattere la presunta autorevolezza della stampa.

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