Gli spin doctors, dei quali a vario titolo parliamo in questo numero, sono come un “trojan virus” della società mediatica, entità che instillano abilmente concetti nelle nostre menti in un continuo gioco di manipolazione. Ora la domanda è: esiste l'antivirus ? E qual'è ? La risposta a questa domanda può stare in un'altra domanda: ma perché , in una campagna elettorale dominata dalla battaglia sui media, vince chi di media ne ha meno di tutti, cioè la Lega? Ipotesi: probabilmente perché al doctor riesce lo spin, cioè l'effetto, quando è sul suo terreno, cioè nel perimetro mediatico. Ma quando si esce da lì, e si torna in strada, tornano a contare i legami personali, professionali, territoriali. Insomma, in una parola, avere una rete di relazioni sociali autonome depotenzia il potere mediatico. Diceva Bosetti che l'antidoto è l'interesse organizzato, che può essere tanto clientelismo quanto difesa sociale. Buona parte dei leghisti, o i no Tav, per citare un movimento che ha deciso le elezioni in Piemonte, sono espressione di interessi particolari di una zona. Il tratto comune è che costruiscono una rete molto intrecciata e poco influenzabile dall'esterno. E lo stesso movimento a 5 stelle, su un altro piano, quello metamediale di Internet, ha creato un micromondo di relazioni sociali che ha sviluppato una narrazione della realtà più esperienziale e vissuta di quella dominante. Che è potente nella sua estensione, ma si sfarina spesso alla prima verifica. Perciò, per chi vive in una rete (che sia il blogger grillino, il valligiano No-Tav, il leghista di Treviso) per chi possiede ancora o sviluppa un alto senso della sua identità, (come i veneziani che hanno bocciato il supermediatico Brunetta) l'arte dello spin doctor non ha grande effetto. Si scopre che non è difficile, come diceva Mac Luhan, prenderli a calci negli elettrodi. Se poi, come ha cominciato a fare la Società Pannunzio, si comincia a chiedere conto ai guru del giornalismo - in questo caso a Feltri - delle loro manipolazioni, allora si può anche dire che si sta cominciando a disegnare una nuova strada. Come sempre su 3D, a fumetti.
di Giulio Gargia