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Il TELEFONINHO

di Alberto Castellano
Peccato che Mourinho sia ancora in silenzio stampa. Avrebbe commentato alla maniera sua – e non è detto che prima o poi non lo faccia – la grottesca vicenda delle nuove intercettazioni non trascritte nell’ambito del processo a Calciopoli. Probabilmente avrebbe ribaltato – come ama fare lui – i ruoli di chi intercetta e di chi è intercettato.

Ora ci piace immaginarlo mentre cita (involontariamente) “La conversazione” (1974) di Coppola – questa si la madre di tutte le rappresentazioni cinematografiche delle intercettazioni, altro che la ‘conversazione’ tra Facchetti e Bergamo ritenuta “la madre di tutte le intercettazioni” -, “Blow Out” (1981) di De Palma e Michel Chion, il raffinato musicologo e studioso dell’audiovisione.

Per nobilitare un po’ gli sviluppi di un ennesimo processo all’italiana, meglio riferirsi a un antieroe dell’era elettronica interpretato da Gene Hackman, uno specialista delle intercettazioni prima complice e poi vittima, che a un oscuro tecnico al servizio di Moggi. La sofisticata perizia elettronica per accertare se la parola Collina nel corso della conversazione-chiave sia stata pronunciata da Facchetti o Bergamo rimanda alle audaci sperimentazioni del tecnico del suono John Travolta per ricostruire la verità di uno scottante incidente. Il teorico francese dell’ascolto lamenta in uno dei suoi saggi “la perdita dell’innocenza della voce”. E’ proprio questo il punto. Ai fini della fredda valutazione tecnica di intercettazioni da acquisire agli atti processuali, poco importa se la tonalità della voce di Facchetti che è quella di una cortese richiesta di garanzia di correttezza (di chi cercava di proteggere l’Inter dal sistema moggiano) era ben diversa dal tono disinvolto e arrogante di Big Luciano abituato a parlare con arbitri e designatori per “proteggere” la Juve.

A parte le (nostre) divagazioni nell’immaginario cinematografico, lo Special One molto concreto, lucido e diretto probabilmente si sorprenderebbe che Moratti possa essere tanto masochista da mettere in piedi all’epoca anche lui un sistema di pressioni, telefonate e corruzioni per avere torti arbitrali e perdere sempre. Oltretutto può sembrare contraddittorio – visto che stanno sullo stesso fronte politico-giudiziario – che mentre da tempo Berlusconi invoca una regolamentazione nell’uso delle intercettazioni per proteggere la privacy, ora i legali di Moggi stanno tirando fuori tutte le intercettazioni, comprese innocue conversazioni ritenute penalmente irrilevanti. In realtà quando si tratta di proteggere se stessi e il proprio sistema di potere, la coerenza è un optional.

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