La nuova frontiera dei militari
I laboratori della “guerra senza morti”, ultima saga della dottrina umanitaria impastata dagli strateghi della difesa americani, si chiamano al principio Lawrence Livermore (in California) e Los Alamos ( nel New Mexico). Entrambi laboratori nucleari, entrambi alla disperata ricerca di un nuovo ruolo dopo la fine della guerra fredda. Qui, dalla collaborazione tra scrittori di fantascienza (Chris e Janet Morris), futurologi (Alvin e Heidi Toffler), un ex direttore della Cia (Ray Cline) e un colonnello (John Alexander), si gettano le basi per realizzare il sogno della guerra del futuro: “umana”, “giusta”, pulita, grazie a una nuova generazione di armi cosiddette “non letali”. Con licenza di paralizzare, immobilizzare, neutralizzare l’avversario e i suoi mezzi, senza però uccidere e portando al minimo, grazie all’avanzamento tecnologico e all’alta precisione, non solo le perdite umane, ma anche i danni ai luoghi e agli ambienti.
L’epifania della Just War (Guerra Giusta) di cui queste nuove armi sono i congegni operativi, dà seguito non solo alla sempre più pressante spinta tecnologica, ma anche a due fattori nuovi. Il primo è il mutato scenario bellico, in cui i conflitti non sono più scontri fra stati, ma riguardano per lo più questioni di sicurezza nazionale o di intervento esterno. Saltano le trincee e i campi di battaglia tradizionali, il nemico è un manipolo di terroristi, o un gruppo etnico/religioso in rivolta. Spesso è insediato nei centri urbani e si confonde con la popolazione civile. La tattica militare classica si sfalda e si adatta, diviene diffusa, flessibile, reticolare, richiede rapidità e precisione dell’intervento.
Il secondo è il cosiddetto fattore Cnn, novità importante dell’era dell’Homo Televidens, che mette in scena un nuovo avversario, più subdolo da neutralizzare: l’opinione pubblica, i telespettatori non ancora assuefatti al reality sanguinolento della guerra permanente soprattutto quando questa colpisce indiscriminatamente militari e civili.
A questi perciò viene offerto lo spettacolo della violenza (quasi) invisibile, combattuta a colpi di raggi laser e microonde, che colpiscono il nemico all’interno, sottopelle, interferendo direttamente con i sui meccanismi biologici, sulle connessioni nervose dell’organismo e del cervello. Una violenza smaterializzata, che fa sparire dalla scena pubblica l’ingombro poco telegenico del corpo abusato e martoriato.