Nomi in codice: Medusa, Taser, LRAD
Vi ricordate “Fate l’amore, non la guerra”? Bene, sembra roba da antiquariato della coscienza, come sembra lontano nel tempo il famoso film di Stanley Kubrick “Il dottor Stranamore”. “Fate la guerra, ma con un po’ d’amore”, sembra essere lo slogan dei signori della guerra e della repressione del mondo occidentale nel Terzo Millennio. Non uccidete il nemico, storpiatelo un po’. Non cavategli gli occhi, accecatelo per qualche ora. Non lo bruciate vivo col napalm, provocategli bruciature insopportabili per giorni e giorni. Non mozzategli la testa, toglietegli il fiato, l’udito, la capacità di intendere e volere. Insultatelo, umiliatelo, piegatelo. Si è sperimentata anche una “bomba gay” che farebbe scoppiare relazioni erotiche omosessuali tra i nemici. Perverse fantasie da caserma.
Ci deve essere un demone maledetto che anima gli scienziati, i tecnici, gli esperti della armi non letali. Con la morte finisce la vita, quindi termina il dolore, sembrano teorizzare gli “esperti” delle armi non letali. E invece no, non crepi: ti faccio “scientificamente” del male. Come con il “waterboarding”, ufficialmente autorizzato da Donald Rumsfeld durante la guerra in Iraq, per simulare l’annegamento del prigioniero. Sì quel demone maledetto, il nuovo dottor Stranamore ambisce addirittura a un etica: faccio del male, ma a fin di bene. Come ad Abu Ghraib , o a Guantanamo, perfino a Bolzaneto. E trova anche qualcuno che è capace di teorizzare la necessità della tortura, come estrema difesa del “nostro stile di vita” contro il terrorismo.
Anche i nazisti che inventarono i gas che uccidevano nelle docce dei campi, lo facevano a fin di bene: non volevano l’inutile sofferenza, ma l’utile risultato dello sterminio con meno difficoltà organizzative.
E quelli che hanno inventato, in Italia, le mine anti-uomo di ultima generazione? Che benefattori: mica uccidono, fanno solo saltare in aria un piede, una gamba. Non solo letali, beh, diciamo, maciullano un po’, insomma quel tanto che basta perché si arrechi un danno, che poi il ferito bisogna raccoglierlo, trasportarlo, e così si rallenta un’avanzata, o una ritirata del nemico. Poi ci mette un piede sopra un bambino del villaggio. Che volete, sono “danni collaterali”.
Durante l’ operazione “Piombo fuso” a Gaza sono state usate bombe al fosforo nei centri abitati, così le ustioni duravano per giorni e giorni, e non si riusciva a curarle.
Con il beneplacito dei governi, le polizie di tutto il mondo sperimentano strumenti di repressione non letali, per non preoccupare le opinioni pubbliche, ma studiate appositamente per colpire con durezza le proteste contro la crisi: gas urticanti, spray al peperoncino, proiettili di gomma. E il vecchio caro manganello, magari usato al contrario, così l’impugnatura spacca teste con più abilità.
E inutile nascondersi dietro un dito: le armi sono tutte letali. Anche quelle non letali. Le armi sono un business ricco e florido. Ce lo ha insegnato, appunto, il dottor Stranamore.