“Era tutto già pronto: le copertine e anche il titolo diverso. Noi lo avevamo chiamato “Sesso e potere”, all'Unità ci avevano detto: meglio “Le dame e il cavaliere“. Così la copertina è restata quella, ma il giornale alla fine non ha firmato il contratto“. A Franco Fracassi, regista del docufilm che riassume tutte le vicende più scabrose dei rapporti tra il premier e le donne dell'ultimo anno, non piace fare polemiche. Si dichiara anche imbarazzato nel parlarne, ma certo non può sottrarsi. “ Anche con “ Il Fatto Quotidiano” le cose non sono andate a buon fine. Trattativa serrata, ma poi nulla. E da ambo le parti, nessuna motivazione. Ma ciò non toglie nulla al valore delle battaglie che questi giornali stanno facendo. Il problema è che noi ora il film ce lo distribuiamo da soli, su Internet e con manifestazioni come questa.
E anche andare in edicola da soli non è stato possibile: il distributore ci ha detto che non voleva rischiare”. Insomma, Fracassi denuncia un clima di autocensura, che arriva prima e meglio della censura vera e propria che la legge-bavaglio introdurrà. “ La struttura dell'industria audiovisiva italiana è monolitica, ci sono pochissimi spiragli, per il resto anche tante persone che hanno lavorato con noi non hanno firmato i titoli di coda perchè hanno paura di non lavorare mai più in RAI o Mediaset...” rivela Fracassi. Chi invece la paura se l'è fatta passare è Patrizia D'Addario, ospite della serata, e ovviamente bersagliata di domande sui suoi incontri con il premier.
Il documentario, 1 ora e 50 minuti, riepiloga gli episodi più scabrosi dei rapporti tra Berlusconi e le donne, a partire dalla vicenda di Noemi Letizia, passando per la reazione di Veronica Lario, fino all'affare D'Addario e al caso Zappeddu, il fotografo che documentava i festini di Villa Certosa. Quello che viene fuori è un quadro inquietante, soprattutto nei passaggi in cui si racconta il vero e proprio “contro gossip “ messo in atto dalla task force mediatica dei giornali del premier, al comando di Alfonso Signorini. Un lato ancora poco conosciuto (i lettori di 3D ne hanno avuto una sintesi in 2 episodi delle nostre “ cronache a fumetti” - NdR) di queste vicende, ma che dimostra come funziona l'apparato di “ disinformacija” che tenta di screditare, con vere e proprie trappole, i testimoni di vicende scomode, o anche i giornalisti che lavorano su quegli stessi casi. Una strategia già applicata in passato con il “teste Omega”, Stefania Ariosto (quella di “ A Renà, ti stai a dimenticà li sordi...“, copyright Cesare Previti). Nel complesso, la tesi del documentario è: il rapporto con le donne di Berlusconi è uguale a quello che ha con gli elettori: o seduzione con tutti i mezzi o disprezzo.
E l'agghiacciante testimonianza finale di Paolo Guzzanti, uno che il premier lo conosce bene, lo definisce nella maniera più precisa. Insomma, non è solo un lavoro sulla memoria ma anche e soprattutto la ricomposizione puntuale di un quadro che – visto tutto insieme – offre un ulteriore stimolo a opporsi con tutti i mezzi al regime annunciato. A partire dalla legge -bavaglio. Chiediamo a tutti una mano - aggiunge Andrea Petrosino, uno dei giornalisti che ha lavorato al documentario, con fra gli altri, Andrea Annessi Mecci, Stefania Creatura e Luisa Sgarra- per riuscire a distribuire questo film in un momento in cui la libertà d'informazione è davvero sotto scacco.