Sorpresa: proprio mentre i Mondiali accendono i riflettori sull'Africa, scopriamo un continente che non vuole più gli aiuti dell'Occidente. Con buona pace di Bono Vox, Bob Geldof, Angelina Jolie e tutte le altre star che - certo in buona fede - battono cassa coi loro governi per farli investire di più in cooperazione, le cifre e le analisi economiche ci dicono che a fronte di una pioggia di miliardi, gli indici di povertà del continente negli ultimi vent'anni sono aumentati.
Nelle pagine che seguono, cercheremo di spiegare perché. Quello che è chiaro è che è fallito il modello finora applicato da FMI e Banca Mondiale, le privatizzazioni forzate dei beni comuni non hanno innescato nessuno sviluppo duraturo. La recente analisi di due studiose, Annamaria Valentino e Uliana Guarnaccia, sulla rivista Mezzogiorno Europa, dà conto di come sia articolato e profondo questo fallimento, che prima di essere economico, è culturale. Anche per questo abbiamo dato voce a un'economista zambiese, Dambisa Moyo, che propone un approccio completamente diverso da quello adottato finora. Proponendo gli strumenti classici del liberismo finanziario integrati con il microcredito e le rimesse degli emigrati come le due gambe di un' emancipazione che è prima umana e poi economica.