You are here

I paparazzi infiltrati dall’intelligence?

Al Servizio di Videocracy

Qualche giorno fa, in un’intervista a Klaus Davi, Gioacchino Genchi ha evocato l’ombra di interventi dei servizi segreti nella gestione di quel mondo di agenzie fotografiche, riviste di gossip, aspiranti veline, puttanieri e faccendieri in odore di lenocinio che tracima dalle varie inchieste su “Vallettopoli”.

Quello che ci interessa, in questo numero, non è tanto capire se l’ipotesi di Genchi è fondata o meno, ma è raccontare quello che Sciascia chiamerebbe “ il contesto”. Chiarire le dinamiche che intrecciano gli interessi della gestione d’immagine dei VIP con le leggi non scritte del mercato editoriale, con la caccia allo scoop più o meno concordato, e del come tutto questo possa interessare direttamente la politica, in un tempo in cui è la comunicazione e la narrazione massmediale che determina il destino dei singoli leader e di intere forze politiche.

In questo quadro, è significativo come siano cambiate le gerarchie nella squadra di “spin doctors” di Berlusconi, e il primato sia passato dai sondaggisti Pilo e Crespi, al gossipparo Alfonso Signorini. Il direttore di “Chi” è oggi il Ghedini dell’Inciucio, colui al quale si rivolge il premier quando la sua immagine rischia di appannarsi. In stretto contatto con Lele Mora e Fabrizio Corona ( di cui si testimonia che aveva un archivio dei ritiri, con i files e la documentazione dei pagamenti, che considerava la sua pensione per la vita e che sarebbe sfuggito alla magistratura ) è soprannominato “il Collezionista” per l’attenzione con cui intercetta ogni foto o video che possa interessare al Capo, Signorini ha gestito tutta la strategia di difesa mediatica del caso Noemi (a lui si deve l’invenzione del finto fidanzato e le dichiarazioni sulla verginità della ragazza), ha fronteggiato le mosse di Veronica, ed ha avuto un ruolo centrale nella gestione dei filmati di Marrazzo.

Mentre il ruolo del cattivo lo gioca con grande felicità Vittorio Feltri, deputato al lavoro sporco, come nel caso Boffo, o nelle minacce a Fini. Insomma, l’immagine non sarà tutto, ma la gestione dell’agenda mediatica praticata con scientifica perizia dal premier gli permette margini di manovra che nessun altro politico si sogna. E in questo contesto, l’inserimento dei Servizi nei giochi di video-foto ricatto è ipotesi più che plausibile. Personaggi come Max Scarfone, che fece le foto di Sircana, o Fabrizio Pensa, detto “Bicio”, o titolari di agenzie come SpyOne (nomen omen ) che si sono rimpallati i video di Marazzo sono facilmente manovrabili da 007 che siano appena un po’ più accorti di Renato Farina, finto giornalista e vera spia. Come e perché, ve lo raccontiamo nelle pagine che seguono.

Ovviamente, a fumetti.

Categorie: