di ConsorzioCreativi
Il Senato della Repubblica italiana ha approvato una legge che limita la libertà di informazione in Italia. Ogni danno alla libertà di stampa è un grave danno alla credibilità della pubblicità, è un gravissimo atto contro la creatività pubblicitaria italiana. Senza libertà di stampa non c’è credibilità pubblicitaria. Senza poter far riferimento alle notizie, ai fatti, ai personaggi coinvolti nei fatti è troppo difficile che la comunicazione commerciale sappia trovare un raccordo con la realtà, seppur esagerata, straniata, edulcorata dal linguaggio dello spot, del radio comunicato, dell’annuncio stampa, dell’evento, della operazione web.
La libera informazione è legata alla comunicazione commerciale: è nei giornali, nelle riviste, nelle tivvù, nelle radio, nei siti internet, nei manifesti che i cittadini possono essere liberamente informati, non solo delle notizie e dei commenti alle notizie, ma anche delle proposte commerciali.
L’autorevolezza della libera informazione giova ai consigli per gli acquisti.
Se cede la libertà di stampa e il diritto all’informazione, cede e addirittura si vanifica la credibilità dell’informazione pubblicitaria. La pubblicità italiana, in particolare la creatività commerciale in Italia da anni non brilla perla sua originalità, per la sua fascinazione, per la sua efficacia commerciale. Lo si è visto nella propensione ai consumi, lo si è verificato nella autorevolezza dei marchi, lo si verifica dentro la crisi dei prodotti a marchio italiano. Lo si vede in ogni ambito, non ultimo nell’autorevolezza dei manager italiani nei network internazionali, lo si verifica in tutti i festival internazionali in cui la pubblicità italiana è stata penalizzata da oltre quindici anni.
La pubblicità ha bisogno di una informazione libera da ogni vincolo.
La pubblicità ha bisogno di un’ informazione che valorizzi indipendenza, professionalità e libertà degli uomini e delle donne che operano nei mass media.
La pubblicità ha bisogno di editori liberi e indipendenti, capaci di fare buoni prodotti editoriali, per i quali valga la pena di investire non solo budget pubblicitari, ma buone compagne pubblicitarie.
La pubblicità italiana è in grave difficoltà: di idee, di progetti, di strategie.
Di tutto avrebbe avuto bisogno, tranne che di una pessima legge che penalizza i mezzi di comunicazione di massa.
Noi creativi pubblicitari diciamo No alla “legge bavaglio” perché senza libertà di stampa non c’è credibilità dell’informazione pubblicitaria. Beh, buona giornata.