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Il "citizen journalism"? E' un nuovo Giano

Il magma della Rete è in ebollizione. Due le novità in arrivo: DIASPORA, l'anti Facebook che non ti sequestra i dati, e Klout, algoritmica soluzione ai problemi di attendibilità delle notizie su Internet. Buone nuove, insomma, per il popolo dei social media, che ogni giorno riversa centinaia di migliaia di contenuti in rete. Mentre la tecnologia, sempre più semplice da usare (dai telefonini che trasmettono immagini in diretta su internet a software che fanno in automatico i montaggi dei video) offre al semplice cittadino l'occasione di diventare reporter.

Lo sa bene Marco Montemagno, cofondatore di Blogosfere (la più grande rete italiana di blog) e appassionato di tecnologia, che di questa eventualità ha fatto un format: “Io Reporter”, rubrica di SKY TG24 che dal lunedì al venerdì, in tre fasce orarie, manda in onda i video che quotidianamente la gente comune invia alla redazione.

“In America lo chiamano “citizen-journalism”, in Italia “giornalismo partecipativo”- spiega Montemagno- Un modo nuovo di concepire il mondo dell’informazione che grazie ai “reporter di strada”, protagonisti attivi della notizia, permette di infrangere le barriere dei media tradizionali e arrivare lì dove questi solitamente non riescono. Pensiamo all’informazione locale, o a quella dei Paesi dove vige la censura…”

I blogger iraniani o cinesi, ad esempio. Ma chi si fa garante dell’attendibilità di questa ‘informazione fai da te?
Bisogna considerare due aspetti. Il primo: l’informazione è attendibile o meno? Cioè è vera o falsa?

Il secondo ha a che vedere con la verificabilità della notizia: sono in grado o meno di accertare se questa notizia è vera o falsa?

Una prima fonte di attendibilità è data dal blogger. Molti sono dei veri e propri specialisti e si occupano con grande competenza di quello che li riguarda. Poniamo che uno scienziato del Cern di Ginevra, coinvolto nell’esperimento dell’accelerazione della particelle, apra un blog e ci spieghi il suo lavoro. Non sarà più affidabile o più attendibile di un qualsiasi giornalista che in maniera approssimativa si limita a lavorare il solito lancio di agenzia?

Poi ci sono una serie di strumenti all’interno della rete che permettono di fare verifiche. Uno di questi è Klout, un misuratore di ‘influenza’ delle opinioni e delle notizie nel social web. Attraverso sofisticati algoritmi rilascia il ranking di affidabilità del produttore di contenuti.

Non sarà più affidabile di un qualsiasi giornalista che in maniera approssimativa si limita a lavorare il solito lancio di agenzia? Poi ci sono una serie di strumenti all’interno della rete che permettono di fare veri-
fiche. Uno di questi è Klout, un misuratore di ‘influenza’ delle opinioni e delle notizie nel social web. Attraverso sofisticati algoritmi rilascia il ranking di affidabilità del produttore di contenuti.

Chi finanzia i blogger?
I blogger americani più famosi hanno tutti dei micro-partner, che li sostengono. È come se sottoscrivessero una specie di abbonamento al blog. Qualcosa di simile sta accadendo a quattro ragazzi sempre americani: stanno per lanciare DIASPORA, il concorrente di Facebook, un
social network open che non si appropria dei tuoi dati ma ti consente di spostarli su altre piattaforme. Hanno già raccolto 200mila dollari di finanziamento.

Quale sarà nel futuro il rapporto tra il giornalismo professionale, con le sue competenze e le sue specializzazioni e il mainstream proveniente dal giornalismo partecipativo? Si realizzerà, come pensa qualcuno, una sorta di ecosistema?
Sarà un rapporto di grande collaborazione. Le faccio l’esempio della agenzia di viaggio. All’inizio si pensava che internet, con la possibilità di prenotare viaggi on line ne avrebbe decretato la morte. Non è così. L’agenzia di viaggio è diventata oggi un consulente del viaggiatore,
lo aiuta a orientarsi nel mare delle offerte e delle possibilità.
Lo stesso accadrà per l’informazione. Un editore tradizionale trasformerà la propria testata (cartacea o on line) in una piattaforma dove confluirà il materiale prodotto dai cittadini comuni che gli consentiranno di coprire una vastissima aerea del mondo e di avere un rapporto più diretto
con la informazione locale. La redazione professionale, poi, funzionerà da filtro.

Come commenta il ddl sulle intercettazioni che imponendo al provider internet il dovere di rettifica entro 48 ore, equipara il blog a una testata giornalistica?
L’Italia è un disastro. Tutte le proposte degli ultimi anni, denotano una miopia assoluta. L’equazione poi tra giornalista e blogger è priva di
senso. Il primo ha una testata e un editore di riferimento. Il secondo, che fa micro-blogging su Twitter per esempio...
Chi è? Da dove scrive? È impossibile identificarlo.

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