di Douglas Hamilton
Si possono mettere le proprie mani sulla propria città? É possibile concepire e realizzare uno spazio urbano a misura dei nostri bisogni, del nostro modo di pensarci come comunità? A Marinaleda, cittadina di 2.700 persone a 100km a est da Siviglia, in Spagna, si può. Qui tra gli anni ‘70 e gli anni ‘80, la lotta dei contadini e dei lavoratori ha espropriato le terre ai grandi proprietari. E su quelle terre, oggi, si è fabbricata una utopia.
Marinaleda è un meraviglioso esempio di come proprietà sociale e creazione di opportunità di lavoro vadano di pari passo. Questa città ha sviluppato una forma unica di distribuzione davvero socialista delle abitazioni. In contrasto con la dilagante speculazione e follia finanziaria che hanno caratterizzato e mandato in rovina il mercato edilizio spagnolo, gran parte dell’edilizia d’alta qualità di Marinaleda è stata costruita dalle stesse persone del luogo che sono diventate di conseguenza proprietarie delle case a costi minimi. Le case sono costruite sul terreno comunale, con materiali forniti dal governo locale e regionale. Gli abitanti pagano 15 euro al mese, oltre a contribuire con un numero convenuto di ore lavorative al mese alla costruzione delle case. Un accordo vieta loro di vendere in futuro le case. Il sistema fa sì che i proprietari delle case non siano vincolati da ipoteche e che non ci sia nessuna possibilità di speculazione finanziaria. Il lavoro di costruzione in cui la gente si impegna è convertito in compensi che vengono poi sottratti dal costo di costruzione della casa. Il Consiglio promuove una serie di laboratori rivolti all’insegnamento delle tecniche di muratura, di impiantistica elettrica, idraulica, di carpenteria, di agricoltura ecologica, di tutto ciò che può essere usato a beneficio del programma sociale sull’edilizia.
A emblema dell’ideologia socialista di Marinaleda e della convinzione che il potere debba essere messo nelle mani della gente del luogo, il Consiglio comunale ha creato delle Assemblee Generali dove 25 o 30 volte all’anno si incontrano dai 400 ai 600 cittadini che danno voce alle loro preoccupazioni e votano sulle questioni all’ordine del giorno. Le Assemblee Locali, inoltre, si svolgono in quei punti della città dove si manifestano i problemi che poi verranno discussi.
A Marinaleda, poi, ci sono Gruppi d’Azione che si occupano di problemi specifici come la cultura, i festival, la pianificazione urbanistica, lo sport, l’ecologia e la pace. Un ulteriore esempio della particolare forma di democrazia locale del Consiglio è l’uso del “bilancio partecipativo” attraverso il quale ogni anno gli investimenti e le spese proposte dal Consiglio stesso sono presentati negli spazi della comunità per essere discussi. Nelle “Red Sundays” (“Domeniche rosse”, ndt) la gente del posto presta servizio volontario per migliorare le strade, i giardini, le case, e fa altri lavori utili, migliorando così lo spazio pubblico e costruendo allo stesso tempo anche la coscienza collettiva di chi lo abita.
ORRORE, UN PAESE SENZA POLIZIA
Un altro esempio delle politiche radical-socialiste della città è il fatto che alcuni anni fa il Consiglio decise di non avere una corpo di polizia locale, proponendosi così di risparmiare quantità significative del denaro delle risorse finanziarie (intorno ai 260.000 euro all’anno) per dirottarlo su fondi sociali e servizi a vantaggio della comunità. Questa è con tutta probabilità una posizione politica unica in Spagna, se non nel resto d’Europa, e una posizione che sembra aver avuto successo.
Nel corso della mia visita a Marinaleda, i fondi sociali e quelli per l’istruzione della città mi hanno impressionato. Ci sono scuole moderne, un comprensorio sanitario attrezzato di modo che la gente non debba spostarsi per usufruire di trattamenti standard, un attivo ayuntamiento (Municipio), un centro sportivo moderno e ben equipaggiato, servizi a domicilio per gli anziani, un centro per i pensionati, un ampio centro culturale, una piscina, un campo sportivo da calcio, e un parco con giardini nel pieno rispetto della natura. Forse la cosa che desta più impressione in città è l’asilo, che è aperto dalle 7 alle 16 e costa appena 12 euro per bambino al mese, prezzo che include colazione e pranzo per i bambini: un supporto enorme per i genitori che lavorano. L’ampiezza dei fondi sociali è di gran lunga al di sopra di quel che ci si aspetterebbe in una città di appena 2.700 abitanti.
Su gentile concessione dell'autore da www.counterpunch.org