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Abbonati RAI, carne da canone

di Vincenzo Vita

Una delle caratteristiche dell’attuale ideologia dominante è l’aver confuso e sovrapposto i significati di “vero” e “verosimile”. E si è progressivamente affermata una qualche tolleranza rispetto a ciò che sconfina nella menzogna. Quest’ultima, non necessariamente, è la pura e dolosa contraffazione della realtà. Può essere, semplicemente, il ricorso alle omissioni o alla rappresentazione di comodo dei fatti. Temi trattati in profondità da Franco Rositi (2014, “I valori e le regole”), per chi volesse approfondire. La riflessione ben si adatta alla più modesta questione del canone rai. Infatti, dopo un anno e mezzo di annunci e una decisione formale assunta dalla legge di stabilità 2016, varata a fine dicembre, qualcosa proprio non quadra.

Il mistero del nuovo canone

di Vincenzo Vita

Senza scomodare l’Eterno ritorno di Nietzsche, certo la vicenda della Rai assomiglia ad un ritornello senza fine: annunci, voci, anticipazioni, convegni. Ma nessun progetto definito presentato dal governo, che pure aveva promesso di recidere i rapporti tra l’azienda e i partiti, di anticipare a quest’anno il rinnovo della concessione dello Stato, di rimodellare la governance, di mettere mano al canone di abbonamento. Quest’ultimo argomento sembrava l’unico davvero attuale. E la Rai ha già acquistato la carta per i bollettini, visto che la riscossione avviene a gennaio.

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