Intervista con il teorico francese per la presentazione del libro Incontri di un «obiettore di crescita»
di Giacomo Battistoni
Interprete dei maestri «libertari» del secondo novecento come Ivan Illich, Andrég Orz, Cornelius Castoriadis e Jacques Ellul, critico radicale dell'«impostura dello sviluppo», Serge Latouche è il principale sostenitore della decrescita. Usato come ariete concettuale per demolire il muro di certezze che protegge la fede nell'economia, il rituale del consumo e il culto del denaro, quello di decrescita è un termine che anche Latouche, professore emerito di Economia all'Università di Parigi-sud, sembra ormai voler abbandonare. Sostituito con «abbondanza frugale», rimane comunque fondamentale per comprendere l'elemento centrale della sua proposta teorica e politica: il limite.