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Cinema e Filosofia

Porno, disco, blacksploitation. Anni '70: quando l'America voltò pagina e scelse il disimpegno

All'Alphaville di Roma (v. del Pigneto, 283) è in programma un'originale mini rassegna firmata insieme da Ugo G. Caruso, storico del cinema e Patrizia Salvatori, animatrice del cineclub, "Saturday Night Movies Part.1 - USA anni '70: porno, disco, blacksploitation", una selezione di titoli da rivedere o recuperare che ritrae un momento cruciale della società americana, quello del passaggio dall'epoca delle grandi speranze collettive alla stagione del disimpegno, il famigerato "riflusso" che contagerà pure noi solo qualche anno più tardi. Dagli schermi americani spariscono capelloni, autostoppisti, bikers, camicie a fiori e chitarre per essere sostituiti da camicie attillate dai grandi colletti, zeppe, pantaloni a zampa d' elefante, capigliature afro, lustrini, paillettes. E irrompono tre generi nuovi: il porno, la disco e la blacksploitation.

Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

L’adolesce-anziano non ha più tempo: è già eterno

di Riccardo Tavani

Il cinema si è accorto da tempo di questa neo-vetusta categoria sociologica, anche perché è l’unica rimasta legata ancora all’acquisto dei biglietti, anche se quelli ridotti, e alle sale, che affollano, almeno in Italia, soprattutto nelle fasce pomeridiane. 

Già altrove noi li abbiamo battezzati adolesce-anziani, perché è proprio la condizione dell’anziano in quest’epoca non più post moderna, ma direttamente trans-cronologica o post-cronica, a proiettarli, come in un vertiginoso flash-back, nella situazione adolescenziale.

Il cinema-treno e il tempo-esplosivo che sconvolsero il futuro

In sala con il filosofo

Giuseppe Di Giacomo commenta il film di Bong Joon-ho Snowpiercer

Il cinema-treno e il tempo-esplosivo che sconvolsero il futuro

di Riccardo Tavani

Prima che Gilles Deleuze scrivesse che il cinema è filosofia, il cinema, alla sua stessa origine, è un’immagine, una metafora del treno. Treno e cinema costituiscono un connubio perfetto. La pellicola non ha solo l’immagine ma anche il movimento del treno. I fotogrammi-finestrini corrono veloci sui binari dei fori laterali e noi passiamo da uno scompartimento, da un vagone, da un convoglio, da un’avventura dell’esistenza umana all’altra. Tutta la storia del cinema e dei suoi diversi generi è paragonabile a un immenso snodo di smistamento ferroviario, nel quale si incrociano e si dipartono una massa di vicende, sentimenti, idee e possibilità che l’umanità ha saputo sperimentare e immaginare.

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