E' questa la scelta davanti alla quale i federali americani hanno messo Hector Xavier Montegur, alias Sabu, 28 anni, portoricano trapiantato nella Grande Mela, considerato una figura leggendaria nel mondo senza confini della pirateria informatica. Sabu, individuato dall'Fbi a giugno 2011 e diventato collaboratore ad agosto, è noto come leader del gruppo Lulzsec, ectoplasma di Anonimous, gruppo di hacker anonimi che fornisce dritte a WikiLeaks. Per comprendere il livello a cui operava Sabu, basta citare le sue gesta.
Tra il 2010 e il 2011 sono finiti nel mirino di Lulzsec, tra gli altri, l'agenzia di intelligence privata americana Stratfor (detta anche Cia-ombra), Rupert Murdoch, la Sony, agenzie governative e Senato americani. Sabu/Monsegur è stato parte integrante di "Operation Payback" targata WikiLeaks responsabile per una serie di devastanti attacchi ai sistemi informatici dei governi di Zimbabwe, Yemen e Tunisia, ai tempi di Ben Ali.
Quando Mastercard, PayPal e Visa decisero di chiudere i rubinetti di WikiLeks assecondando precise indicazioni della Casa Bianca, fu Sabu a fare da rooter, individuando falle nei sistemi di quei siti web, per fargliela pagare.
Pare incredibile che la scorsa estate Montegur, ufficialmente disoccupato, sia stato individuato dall'Fbi nel suo appartamento di Manhattan dove viveva con i suoi due figli, per un errore da pivello del web. Ovvero per aver effettuato il log-in nella chat-room che lo avrebbe incastrato usando il suo vero indirizzo internet.
Messo davanti a dodici capi d'imputazione e la prospettiva della galera oltre il tempo regolamentare della sua aspettativa di vita, il leggendario Sabu si trasforma quindi nella talpa che avrebbe consegnato alla giustizia Usa almeno altri cinque giovanissimi hacker di nazionalità statunitense, irlandese e britannica (uno ha 17 anni), fermati ieri con varie accuse, tra cui cospirazione. Nei sei mesi in cui ha collaborato con l'Fbi, Sabu ha acquisito il nome in codice di CW, poi trasformatosi in CW1. In quel periodo al computer volano di tanti attacchi informatici, è stato sostituito un un laptop federale, che l'Fbi ha monitorato ventiquattr'ore su ventiquattro.
Sabu ha fatto il doppio gioco fino a poche ore fa. Su uno dei suoi tweet più recenti si legge: «Il governo federale è in mano a un mucchio di bastardi codardi. Non fatevi fregare da sta gente. Rispondete. Siate forti». Quando la notizia del suo arresto si è sparsa, è venuta giù la maschera, ed è sparito dalla circolazione.
Dovrebbero però tenere in mente l'ultimo tweet inviato dell'ex leggenda Sabu, che invece di passare alla storia per il genio informatico, sarà ricordato come la vile spia dell'era WikiLeaks. Una citazione di Rosa Luxemburg: «Ero, sono, sarò».
Francesca Marretta
da www.globalist.ch