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Se a Bagnoli si fa BancaRotta - di Riccardo Palmieri

“ A Napoli, vicino all’ingresso dell' Italsider, c’era una banca. Da quegli sportelli per anni migliaia di operai, impiegati e dirigenti passavano a prelevare i propri stipendi. Con la chiusura della fabbrica anche la banca ha cessato di esistere. E’ stata smontata in ogni sua attrezzatura: l’unico segno visibile di memoria di quel luogo, una cassaforte distrutta ”.

Così scrivono su Facebook i ragazzi che hanno oggi occupato quel luogo, e che
stanno cercando di trasformarlo in un centro di iniziative culturali ed artistiche. La coincidenza simbolica della cassaforte distrutta evoca lo scenario della finanza globale, del suo impatto micidiale sull'economia di un territorio. Tanto più vero, questo, per Bagnoli, dove, dopo decenni di promesse e di piani di riconversione, di coppe Americhe promesse e poi svanite, è ora il momento che siano i cittadini a prendere in mano le sorti del territorio in prima persona.

“ Quel tempo è arrivato ” scrivono gli occupanti di Banca Rotta. “ Poche e precise idee identificano il nostro operato: chiediamo la definitiva bonifica del mare e dei terreni, la realizzazione del grande parco verde e della spiaggia pubblica, su cui si sta muovendo la campagna Una spiaggia per tutti, e il coinvolgimento dei cittadini sui processi decisionali che riguarderanno l’area. Il modello di sviluppo politico, economico e sociale portato avanti fino ad ora è fallito. La nostra idea di sviluppo parte dal benessere delle donne e degli uomini, siamo una BANCA (…ROTTA!!!) di saperi e di pratiche alternative”.

Il referente naturale di questa occupazione è De Magistris, che sul protagonismo dei movimenti dal basso sta costruendo tutte le sue politiche. Vedremo cosa riuscirà a fare per evitare lo sgombero immediato di cui sono già minacciati i ragazzi di Bagnoli. Che intanto hanno cominciato rimettere a posto un luogo finora destinato al più a discarica. Abusiva.

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