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La Lei censura i social network dei dipendenti RAI, ondata di proteste sul web

Ieri la Rai aveva così giustificato la circolare che inibiva ai dipendenti di commentare le vicende dell'azienda sui social network. «La recente circolare interna riguardante le "Dichiarazioni agli organi di informazione" ribadisce norme di comportamento in vigore da anni, è contestualizzata ai moderni mezzi di comunicazione e segue l'interpretazione data dal consiglio di amministrazione della Rai». E' quanto precisa l'azienda di Viale Mazzini in merito alla circolare interna che vieta dichiarazioni non autorizzare «rilasciate su siti internet, blog, social network e similari».

Ecco la risposta .

«Ritengo di fare cosa utile informandoLa che le impostazioni della privacy da me selezionate prevedono che il contenuto del mio profilo Facebook sia visibile solo a un ristretto numero di persone da me considerate, in base a criteri di mia scelta e insindacabili da alcuno, "amici". Pertanto, qualunque informazione, commento, opinione o materiale da me pubblicato sul suddetto profilo non può costituire in nessun caso "Dichiarazioni agli organi di informazione", ma deve essere piuttosto assimilato, da tutti i punti di vista compreso quello legale, a contenuto di corrispondenza privata».

«Le ricordo che ai sensi dell'art. 15 della Costituzione "la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili", e che ai sensi dell'art. 616 del Codice Penale "chiunque prende cognizione del contenuto di una corrispondenza chiusa, a lui non diretta, ovvero sottrae o distrae, al fine di prenderne o di farne prendere cognizione, una corrispondenza chiusa o aperta, a lui non diretta... è punito... con la reclusione fino a un anno o con la multa da euro 30 a euro 516"».

«Le ricordo inoltre che l'elementare principio giuridico della gerarchia della fonti normative non può prevedere in nessun caso che una circolare aziendale prevalga sul diritto alla libera manifestazione del "proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di comunicazione" sancito nell'art. 21 della Costituzione».

«Cordiali saluti, e buona fortuna».

«P.S.: Quanto da me affermato al capo 1 vale anche per questo breve scritto. Pertanto, nell'improbabile caso che Lei stia leggendo queste righe, La informo che sta già commettendo un reato e la diffido dal persistere».

Ovviamente ciò non vale se Lei legge la presente dalle pagine di Globalist.it. Sito pubblico e birichino. Pronto ad ospitare con dovuta attenzione ed adeguato rilievo ogni sua preziosa osservazione che vorrà inviarci. Con cordialità. (e.rem)

da www.globalist.it

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