«Siccome per fare una nazione serviva una lingua, il re trovò un grande traditore, una canaglia, cioè Alessandro Manzoni». L'attacco che tre giorni fa Umberto Bossi ha portato ad uno dei padri della lingua italiana - reo di aver dotato la penisola di un'unica lingua 'unificante' - scatena una piccola 'tenzone' all'interno della Lega.
A rispondere per le rime al senatur - infatti - non sono esponenti degli altri partiti, fino a pochi giorni fa pronti a ribattere immediatamente parola su parola alle sue uscite, ma il sindaco di Verona, il leghista di ferro, Flavio Tosi.
E i toni utilizzati, forse nemmeno più a sorpresa, sono molto duri: «Manzoni ha scritto dei romanzi meravigliosi, veramente avvincenti: è un grande della letteratura italiana. Quindi definirlo uno strumento e offenderlo è offensivo nei confronti del popolo italiano e della grande capacità di Manzoni. Francamente - insiste Tosi - non saprei come interpretare queste dichiarazioni di Bossi» se non con il fatto che «sono giornate molto calde e potrebbe essere anche quello».
da www.unita.it