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FIAT, inammissibile il ricorso contro la sentenza che dà ragione alla FIOM. Ora Marchionne rischia una denuncia penale

La Corte d'appello di Roma ha respinto, dichiarando inammissibile, il ricorso della Fiat rigettando la richiesta sospensione dell'ordinanza del Tribunale di Roma aveva ordinato alla Fip di assumere 145 lavoratori iscritti alla Fiom contro la discriminazione subita nelle riassunzioni effettuate nella nuova Fabbrica Italia Pomigliano. Il numero era stato stabilito rispetto alla proporzionalità degli iscritti (circa il 9 per cento) su 2.107 assunti al momento.

Si tratta dell'ennesima sconfitta per la linea di Marchionne e degli avvocati del Lingotto che scientemente hanno cercato una strada per escludere i metallurgici della Cgil dalle fabbriche italiane della Fiat. Il 9 ottobre si terrà la discussione in Appello. Nel frattempo la Fiat deve eseguire la sentenza, essendo stato stabilito un cosiddetto “obbligo di fare”.

“L'inottemperanza al provvedimento dell'autorità giudiziaria da parte della Fiat, confermato oggi, è punito anche dall'articolo 650 del codice penale.
Nel frattempo noi andremo avanti con le richieste di esecuzione in forma specifica davanti al giudice civile di Nola, competente per territorio, per ottenere l'assunzione dei 145 lavoratori”, spiega Pier Luigi Panici, uno dei legali del collegio Fiom.

La discussione del procedimento, il due agosto, aveva la Fiat proporre di non insistere nella richiesta di sospensione se la Fiom non avesse fatto l'esecuzione. I legali del sindacato non avevano accettato la proposta perché “svuotava di significato di provvedimento esecutivo del 21 giugno del Tribunale di Roma del giudice Anna Baroncini”, conclude Panici.

da www.unita.it

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