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Amicizia, sesso e disco music nell'inferno di Beirut

Al Cineclub Alphaville di Roma (v. del Pigneto, 283) ritornano I capolavori sconosciuti secondo Ugo G. Caruso. Martedì 13 alle ore 21 per il nono appuntamento del ciclo è in programma West Beyrouth di Ziad Doueiri, un film del 1998 (in Francia A l'abri, les enfants), inedito nelle sale italiane che chiude pure idealmente la rassegna E' primavera!, come una sorta di provvida appendice, un prezioso bonus track.

Il film racconta le vicende di due ginnasiali islamici, cinefili annoiati dalla scuola francese, euforizzati invece dalla disco music che arriva dall'America e dalla scoperta del sesso, i quali si ritroveranno insieme ad una ragazzina cristiana a girovagare pericolosamente in una Beirut, allora tra le più belle e raffinate capitali del Mediterraneo, improvvisamente divisa in blocchi e divenuta proprio da quel tragico aprile del 1975 teatro di violenze ed orrori per la lunga guerra civile che contrappose i falangisti cristiano-maroniti di Gemayel ai musulmani, ai tanti profughi palestinesi e ai drusi di Jumblatt.

Il talentuoso Ziad Doueiri, libanese trasferitosi in California, poi confermatosi con Lyla ditca e The attack, è stato collaboratore di Quentin Tarantino ma per il suo esordio, largamente autobiografico, sembra essersi ispirato a François Truffaut.

Delicato ed intenso romanzo di formazione in chiave di commedia scanzonata e nostalgica,West Beyrouth è un film difficile da vedere per la sua rarità ma ancora più difficile da dimenticare per la sua bellezza.

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