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Nuovo contratto dei giornalisti: Caporetto o salvagente?

Spaccato il sindacato, in rivolta i coordinamenti dei giornalisti freelance che manifestano alle 10 di martedì 8 luglio a Roma

E' stato firmato giovedì 26 giugno a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luca Lotti, dal presidente della Federazione degli Editori (Fieg), Giulio Anselmi, dal segretario del sindacato unitario dei giornalisti (Fnsi), Franco Siddi, e dal presidente dell'Istituto di previdenza (Inpgi), Andrea Camporese, il decreto che istituisce il Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all'editoria per il triennio 2014-2016. Il finanziamento del fondo ammonta a 120 milioni di euro, di cui 46 per l'anno in corso.

L'accordo sulla parte normativa del nuovo contratto collettivo dei giornalisti ha spaccato il sindacato. Otto componenti della giunta della Federazione della Stampa hanno firmato, tre hanno espresso voto contrario, mentre altri tre hanno condizionato il loro assenso all'emanazione del decreto governativo varato dal sottosegretario all'editoria Luca Lotti.

Butturini (Stampa Romana): "Un pasticciaccio"
«Alle 5.30 ancora non si è consumato l'ultimo atto di questa indecente trattativa contrattuale - ha scritto su facebook Paolo Butturini, segretario dell'Associazione Stampa Romana, la più numerosa dopo quella lombarda -. Quello che è certo, nonostante i piccoli miglioramenti strappati coi denti, è che si profila un pasticciaccio a danno della categoria».

Iacopino: "E' il suicidio della Fnsi"
Il presidente dell'Ordine, Enzo Iacopino, parla di «suicidio della Federazione Nazionale della Stampa» e aggiunge: «Dopo la "morte" dei precari e dei freelance, ora tocca ai "garantiti"».

Iacopino pensa alla sostanziale eliminazione del Fondo integrativo di previdenza (fondo ex fissa). Chi ha meno di 15 anni di anzianità aziendale la perderà, in cambio verrà erogato un rimborso che non potrà tuttavia superare i 10 mila euro. In media sarà di 2 mila euro. A chi invece ha maturato l'anzianità il fondo verrà erogato a rate, l'ultima verso gli 80 anni, come per chi è già in pensione con l'unico vantaggio che non si vedrà decurtare quanto ha maturato.

"Incentivi ai contratti a termine: un boomerang".
Ci sono problemi anche sugli incentivi alle assunzioni in vista degli sgravi da 120 milioni di euro concessi dal governo. Non andranno solo ai contratti a tempo indeterminato, ma soprattutto ai contratti a tempo determinato. Il risultato sarà quello di depotenziare il contratto di lavoro d'ingresso fino a 700 euro mensili rispetto ai redattori ordinari.

Gli editori verseranno all'Inpgi un contributo dell'1% per tre anni sui contributi. Per la previdenza dei giornalisti questo aumento vale circa 6 milioni di euro come forma di risarcimento per gli ammortizzatori sociali in un momento in cui le aziende ricorrono sempre più a contratti di solidarietà, disoccupazione e cassa integrazione. Su questo capitolo nel 2013 l'Inpgi ha speso oltre 33 milioni di euro.

La beffa dell'Equo compenso.
L'8 luglio manifestazione anti-Fnsi L'intesa ha stabilito le nuove tabelle sull'equo compenso per il lavoro autonomo e precario, già rese note il 19 giugno scorso, e ha provocato una rivolta dei coordinamenti dei giornalisti freelance che hanno indetto alle 10 di martedì 8 luglio a Roma una manifestazione contro la Federazione nazionale della Stampa.

Previsti 250 euro ad articolo per i mensili, 67 per i periodici, 20,80 euro per i quotidiani, 6,25 euro per un lancio di agenzia o per una segnalazione sul web.

Una petizione per il ritiro della delibera.
«L'accordo è iniquo e incostituzionale - si legge in una petizione che ha raccolto 1200 firme e chiede a Lotti il ritiro della delibera - non esiste alcuna proporzione tra i lauti salari di chi è contrattualizzato con i 250 euro lordi mensili riconosciuti nell'accordo truffa. Dovrebbe preoccupare anche i giornalisti contrattualizzati. Per ora gli editori stanno scaricando la riduzione del costo del lavoro completamente sui precari; ma il prossimo passo riguarderà loro».

Il no all'accordo "sciagura" dell'Aser.
L'associazione stampa dell'Emilia Romagna ha bocciato l'accordo. Quella Toscana ha chiesto una consultazione tra gli iscritti su salario d'ingresso e equo compenso.

«Una caporetto sindacale» la definisce il Cdr del Tg La 7. È stata anche elaborata una lettera di diffida all'Fnsi per evitare la firma del «contratto sciagura».

Gli editori sono soddisfatti.
«Un'intesa che favorisce la trasformazione con nuova occupazione soprattutto giovanile - afferma il presidente uscente della Fieg, Giulio Anselmi -. Per la prima volta ci sono regole certe per i rapporti con i collaboratori e si sono anche risolti alcuni annosi problemi del settore».

Siddi: "L'accordo è un passo avanti"
«È stato un passaggio sofferto, non unanime - ha ammesso il segretario della Federazione della stampa Franco Siddi bersagliato da molte critiche - per la prima volta un accordo contrattuale sul lavoro autonomo. La domanda da porsi è: rispetto all'esistente si va avanti o no? La nostra risposta è sì».

L'accordo di rinnovo del contratto sarà valido per il periodo tra il 1 aprile 2013 e il 31 marzo 2016".

"Firmato l'accordo. Una rivoluzione per il lavoro autonomo", titola invece Giornalisti Italia, il giornale on line del vice presidente della Fnsi, Carlo Parisi.

E questo è l'articolo della redazione.

"Bando alle chiacchiere e alle polemiche sterili e strumentali. Adesso a parlare sono i fatti. All'alba di oggi è stato firmato il Contratto nazionale di lavoro giornalistico Fieg-Fnsi valido per il triennio 2013-2016. Restano da definire l'aumento economico (tra i 100 e i 150 euro) e le modalità di estensione della Casagit agli autonomi.

"Contratto di tenuta e avanzamento".
Un contratto non solo di tenuta, avanzamento e innovazione, come il segretario generale Franco Siddi aveva da tempo annunciato, ma addirittura un contratto rivoluzionario per il lavoro autonomo.

Dopo l'accordo che, per la prima volta nella storia, ha aperto le porte del contratto ai collaboratori coordinati e continuativi, nella sede della Fieg, in via Piemonte a Roma, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana e la Federazione Italiana Editori Giornali hanno firmato il contratto che, finalmente, favorisce "l'ampliamento del mercato del lavoro nel settore editoriale e l'ingresso di giovani professionisti qualificati anche nel campo dei nuovi media".

Garantita la sopravvivenza del contratto nazionale.
Garantita, dunque, la sopravvivenza del Contratto nazionale di lavoro giornalistico, rigenerato da significativi avanzamenti in tema di ammortizzatori sociali e percorsi innovativi che favoriscano la nuova occupazione attraverso agevolazioni e riduzioni contributive per le nuove assunzioni a tempo determinato.

"Una vera rivoluzione per gli autonomi"
Per i giornalisti lavoratori autonomi si tratta di una vera e propria rivoluzione: ai collaboratori coordinati e continuativi saranno garantiti l'assicurazione infortuni, il Fondo di Previdenza Complementare e la Casagit (completamente a carico degli editori fino ad una fascia di reddito oggetto della trattativa ancora in corso e con un contributo per tutti gli altri).

Una conquista che trae origine dalle trattative che hanno portato all'accordo sull'equo compenso, che ha delineato un perimetro di competenza del lavoro autonomo che non lascia spazio ad interpretazioni o strumentalizzazioni di sorta.

La partita dell'Equo compenso.
Tanto per fare un esempio: chi ha un contratto "senza vincoli gerarchici e/o di subordinazione" è improbabile possa realizzare per un quotidiano più dei 144 articoli all'anno previsti nella tabella e retribuiti con 20,83 euro ciascuno che, per la stragrande maggioranza dei freelance italiani, rappresentano, comunque, un compenso non certo lesivo della dignità umana e professionale.

Per produzioni superiori al minimo annuo previsto sarebbe, infatti, facilmente dimostrabile il vincolo di subordinazione, quindi il riconoscimento del rapporto di lavoro dipendente che era stato goffamente mascherato da lavoro autonomo.

E la novità positiva sui co.co.co.
Senza contare la fondamentale importanza dell'accordo di determinazione dei parametri economici definiti per i collaboratori coordinati e continuativi: "Si applica a tutti i rapporti di collaborazione che abbiano i requisiti minimi previsti, nonché alle altre forme di lavoro autonomo che abbiano una durata minima, con lo stesso committente, pari o superiore a 8 mesi per 2 anni consecutivi e a condizione che il corrispettivo versato dallo stesso committente e derivante da tale rapporto di lavoro sia pari o superiore all'80% dei corrispettivi annui complessivamente percepiti dal lavoratore nell'arco di 2 anni consecutivi".

Miglioramenti nella trattativa e dissenso interno.
Il contratto, notevolmente migliorativo rispetto al documento oggetto della trattativa, che nei giorni scorsi aveva incassato in Giunta Esecutiva Fnsi un solo voto contrario (Fabio Morabito), stamane, alla presenza dei presidenti dell'Inpgi e della Casagit, Andrea Camporese e Daniele Cerrato, ha registrato 8 voti a favore (Fabio Azzolini, Raffaele Lorusso, Carlo Parisi, Paolo Perucchini, Luigi Ronsisvalle, Giovanni Rossi, Franco Siddi, Daniela Stigliano) e 3 voti contrari (Ezio Cerasi, Fabio Morabito ed Elena Polidori). Altri tre membri di Giunta (Guido Besana, Camillo Galba e Leyla Manunza) hanno evidenziato i "significativi avanzamenti", ma hanno "sospeso" il loro voto in attesa di vedere cosa farà il Governo.

"Un'ancora di salvezza per la professione".
I particolari del contratto saranno definiti nelle prossime ore e, comunque, sarà il tempo a confermare come questo contratto rappresenti non solo un'ancora di salvezza per la professione ma, addirittura, un'occasione di rilancio e di svolta in quello che è, forse, il periodo più drammatico che l'editoria abbia mai conosciuto.

Insomma, se la coperta è troppo corta, coscienza sindacale e buon senso impongono di sistemarla in modo tale da garantire una copertura al maggior numero di giornalisti possibile, soprattutto a quanti sono sempre stati al freddo e al gelo. Non certo di ripiegarla in quattro per tenere i piedi caldissimi solo ai pochi che, in periodo di vacche grasse, hanno avuto il privilegio di godere dei termosifoni sempre accesi".

da www.globalist.it

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