“Avrete già sentito parlare delle armi di distrazione di massa. Si tratta di un’espressione di cui si è fatto molto uso, e con ragione. Tuttavia, esse sono armi tattiche, finalizzate a distrarre l’attenzione collettiva nella contingenza del loro esercizio. Idealmente, il giorno in cui le armi di distrazione di massa smettessero di ruggire, i milioni di persone distratte potrebbero immediatamente tornare ad accorgersi degli eventi significativi che accadono intorno a loro. Le armi di banalizzazione di massa, diversamente, sono armi di tipo strategico e, una volta entrate efficacemente in azione, hanno un effetto duraturo e difficilmente reversibile. Esse provvedono ad installare nelle menti delle persone versioni ipersemplificate e banalizzate di qualsiasi cosa accada o possa accadere“.
Così Roberto Quaglia, un atipico ricercatore che analizza i nuovi metodi di controllo sociale, racconta quello che è avvenuto sul campo di battaglia delle nostre menti. Dove sono state impiegate armi che producono depotenziamento del cervello, abbassamento del livello critico, riduzione delle capacità di reazione. Armi mentali.
“Il primo obiettivo delle armi di banalizzazione di massa è la semplificazione estrema del processo con cui la gente distingue il bene dal male. Queste armi si curano di semplificare tutto, ma proprio tutto, ciò che ci viene comunicato per via televisiva. Al nostro cervello, così allenato da migliaia e migliaia di ore di devota osservazione degli schermi, basta riconoscere la classe di informazioni in ingresso per balzare immediatamente allo stereotipo mentale, cioè il «pacchetto» di consapevolezza ipersemplificata, corrispondente a quell’argomento. Anziché la nostra vita, ci ritroviamo quindi grottescamente a vivere una sorta di metafora di essa, dove gran parte di ciò che ci succede lo comprendiamo e rappresentiamo nel nostro teatro mentale sostituendolo con il corrispondente cliché televisivo”. A partire da questa esigenza, discendono tutti i variegati esperimenti che raccontiamo di seguito, per trovare l'arma perfetta, quella che ti doma ma non ti uccide. Non subito, o almeno non prima che tu abbia consumato un altro po'...