Il 17 marzo del 2010 su France 2, canale pubblico transalpino, è andato in onda un programma particolare. Era uno documentario girato per indagare fino a che punto può spingersi un partecipante di un format Tv. Una sorta di esperimento immaginato dal produttore Christophe Nick e da un gruppo di ricercatori capeggiati da Jean-Le'on Beauvois, docente di psicologia sociale. I ricercatori hanno organizzato un finto quiz in cui si spingevano i concorrenti a usare scosse elettriche, da 20 a 460 volt, per punire chi sbagliava le risposte. Ma nessuno sapeva che si trattava di una finzione. I concorrenti pensavano di partecipare a un normale “pilota” di un nuovo quiz , ed anche il pubblico in sala. L'idea di Nick si basava su un precedente degli anni '60. Nel 1961, dopo 3 mesi dall'inizio del processo al criminale nazista Eichmann, lo psicologo Stanley Milgram volle dare una risposta scientifica a una domanda: "È possibile che Eichmann e i suoi milioni di complici stessero semplicemente eseguendo degli ordini?“. Si mise a studiare il comportamento di soggetti a cui un'autorità (nel caso specifico uno scienziato) ordina di eseguire delle azioni che confliggono con i valori etici e morali dei soggetti stessi. La risposta era che un individuo, investito di un'autorità considerata legittima, può spingersi a causare la morte di un altro individuo, ritenendosi in diritto di farlo. Milgram era arrivato a questa conclusione avendo osservato che questo comportamento apparteneva al 62,5% dei soggetti analizzati. Dopo quasi mezzo secolo, i risultati sono cambiati. In peggio. Negli studios di France 2, ben l'81% dei partecipanti ha azionato la scossa da 460 volt causando virtualmente la morte del concorrente-nemico. Ma che fosse virtuale, i partecipanti l'hanno saputo dopo. Quello che loro sentivano erano le urla (finte, per fortuna) dell'attore che impersonava il concorrente. E, dopo qualche esitazione, un paio di rifiuti più o meno convinti, spinti dalla conduttrice con varie tecniche argomentative (l'ultima, per i più ribelli, era l'applauso del pubblico) l'81% di loro mandava una scossa da 460 volt a un altro essere umano. Il documentario voleva dimostrare la capacità della tv di manipolare la mente e la morale delle persone ed è pienamente "riuscito". Insomma, la persuasione della TV è risultata più forte di quella di qualsiasi autorità, politica e scientifica. Si può dire che si sapeva, si può dire che era scontato, si può dire che non c'è nulla di nuovo in tutto questo? Certo, si può anche dire. Ma si può allo stesso tempo ricordare che siamo governati da questo sistema, che una TV che funziona con questa micidiale persuasione può essere davvero (non metaforicamente) uno strumento di totalitarismo e non può essere archiviata dalla politica come un normale elettrodomestico. Eduardo De Filippo, quando la RAI (allora unico canale) lo chiamava a casa per convocarlo per le riprese, a chi si presentava anonimamente dalla cornetta dicendo: “Pronto, siamo la televisione...” rispondeva: “Aspettate, vi passo il frigorifero”. Oggi, l'autore di “Adda passa' a nuttata” sarebbe stato parte di quel 16% di resistenti al potere da cui bisogna pur ripartire.