Che infinita tristezza provoca il dover constatare che nel XXI secolo, nell’ottava o nona potenza economica mondiale, il lavoro e la salute siano ancora posti in una condizione duale, dicotomica. In un bellissimo documentario (“Ultimi fuochi” di Manuela Pellarin) sulla condizione operaia negli anni ’60 del secolo scorso, un operaio del Petrolchimico di Porto Marghera rispondeva mesto alla domanda del giornalista sul perché accettasse una condizione lavorativa così rischiosa con queste tre parole: “Fumo o fame”.