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Giuseppe Di Giacomo

Giuseppe Di Giacomo commenta il film “The Counselor” di Ridley Scott

Cinema e Filosofia

Giuseppe Di Giacomo commenta il film “The Counselor” di Ridley Scott

Nel deserto senza legge e frontiera del senso

La bionda bestia di Nietzsche, la lastra di ghiaccio di Wittgestein, l’inferno spietato di McCarthy

di Riccardo Tavani

Se un felino esotico, un biondo ghepardo flessuoso fuggisse da una villa alle porte della città e si aggirasse la notte sull’asfalto viscido di pioggia delle vie del centro... Se, uscendo poi da una sala cinematografica all’ultimo spettacolo, lo vedessimo abbeverarsi alla fontana della piazza antistante, in tutta la sua adamantina purezza di belva feroce, noi avremmo un fremito che scuoterebbe il nostro intero mondo interiore. Se il film appena visto fosse stato, però, “The Counselor – Il Procuratore”, di Ridley Scott, noi ci diremmo che quel felino famelico si nutre e abbevera proprio del nostro strano mondo, non solo interiore, da molto tempo e senza alcun trasalimento della civiltà.

Giuseppe di Giacomo commenta il film di Calin Netzer

Il caso Kerenes

La relazione negata di ragione-emozione e il perdono incondizionale di Derrida

di Riccardo Tavani

La razionalità si presenta a volte come un aspetto patologico dell’emotività. Cornelia Kerenes, una cinquantenne della moderna borghesia romena, soffre per la perdita di controllo sul figlio trentenne Barbu. Questi, all’opposto, fa del tutto per scrollarsi di dosso anche la più flebile ombra della presenza materna e per contraddirla in tutti gli aspetti della loro relazione. Cornelia ha scarsa stima di quel solido ma disadorno professionista che è suo marito Domnul, e sottopone la loro domestica, che svolge servizio anche in casa di Barbu, ad asfissianti interrogatori sulla vita che lui conduce con Carmen, una donna divorziata con la quale il giovane convive. Barbu ha maturato un carattere irascibile, scostante, capace solo di arroccamenti e fuga dalle responsabilità e questo si riflette anche nel suo rapporto con Carmen.

Giuseppe Di Giacomo commenta Django Unchained e Lincoln

In sala con il filosofo

Giuseppe Di Giacomo commenta Django Unchained e Lincoln

Origine della tragedia nel lontano west del cinema e della Storia

di Riccardo Tavani

C’è un’origine delle cose, come quella della tragedia in Nietzsche, che non rimane cronologicamente sepolta in un punto X del passato, ma che continua a pulsare sotto la pelle viva e a scorrere nella linfa attiva del presente. Il cinema, come pelle, pellicola della storia e dell’attualità, può sensibilmente farci esperire la mobilità operante di un’origine lontana dentro il nostro presente. Per il professore Giuseppe Di Giacomo due film, Django Unchained e Lincoln, proprio ricoprendola dei costumi, degli ambienti e della lingua degli Stati Uniti di metà ‘800, mettono a nudo un’anima originaria non solo tragica e irrisolta ma addirittura esasperata dalla post modernità globalizzante.

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