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Oggi sciopero degli stranieri, la FNSI chiede più attenzione ai media

La giornata di “sciopero degli stranieri” di oggi, 1 marzo, è un'iniziativa di impegno civile nel solco della promozione e della tutela dei diritti umani di tutti, linea che ha visto e vede la Fnsi (con Associazione della società civile) al centro di iniziative che hanno toccato l’opinione pubblica: le manifestazioni sui Cie (Centri di identificazione e espulsione), vietati ai giornalisti da un provvedimento dell’ex Ministro Maroni finalmente revocato dall’attuale Ministro degli Interni Cancellieri.

L’Italia dei Blacks Out

di Aly Baba Faye
Sociologo – Esperto di migrazioni

Oggi in Italia l’immigrazione si sta rivelando sempre più come spia di una sorta di schizofrenia che connota la psicologia collettiva della società italiana. Da una parte il bel paese non può più fare a meno dell’immigrazione, dall’altra stenta ad accettare il fenomeno accettandolo fino in fondo. Si fomentano le paure con campagne allarmistiche nei confronti delle popolazioni immigrate. Persino il premier Silvio Berlusconi, dopo un Consiglio dei Ministri tenuto in Calabria sulla legalità a seguito dei fatti di Rosarno e della “deportazione dei neri”, non ha avuto scrupoli nell’affermare che “meno immigrati vuol dire meno criminali”. Un’affermazione grave e meschina che ricorda periodi cupi della storia dell’umanità e che crea violente tensioni nella convivenza civile. Al contempo, però, si affidano le cose di casa e la cura dei propri cari a persone immigrate. Sta tutta qui la narrazione dell’immigrazione nella società italiana. Ed è da qui che bisogna partire per comprendere l’idea di una “stretta sociale degli immigrati”.

24 ore senza immigrati

come le pagine di un libro diventano realtà

di Arianna L'Abbate

700mila badanti, 172mila braccianti, 360mila muratori. E poi cuochi, pizzaioli, camerieri, facchini d'albergo, colf. Tutti insieme versano circa 6 miliardi di euro al fisco. Sono immigrati, stranieri che vivono e lavorano qui.

Cosa accadrebbe se un giorno in Italia tutti loro decidessero di incrociare le braccia e scioperare ad oltranza? Se lo è chiesto Vladimiro Polchi, giornalista di Repubblica, in un libro a metà strada tra il reportage e il romanzo, Blacks Out , edito da Laterza.

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