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De Laurentiis

De Laurentiis ha venduto il Napoli

Il presidente azzurro esce di scena. L'azionista di maggioranza ha ceduto le sue quote a una società araba. La notizia viene da ambienti molto vicini al Calcio Napoli. Il recente viaggio negli States sarebbe servito anche a questo, a perfezionare, lontano da occhi indiscreti, un'operazione di cui si parlava da tempo. Questo spiega anche il mancato incontro con Benitez, che sarebbe dovuto esserci proprio al ritorno del produttore dal suo viaggio americano.

Caravan Petrol

di Antonio Mango

Strane cose intorno al Napoli. C’era una volta una società che si vantava di lanciare il business globale del pallone. Che voleva rottamare il governo del calcio all’italiana, sconvolgendo calendari e interessi. Che preferiva un campionato europeo delle grandi a quello casereccio della provincia tricolore. Che acquistava Lavezzi, Hamsik, Cavani, Higuain, Callejon, Mertens, uno o due campioni all’anno per scudetto e coppe. Che si proponeva di diffondere il verbo della napoletanità, col suo prezioso cofanetto di simboli calcistici senza frontiere. Poi, la nebbia di una fase indecifrabile. Il cuore di tutto è una vox populi: De Laurentiis vende a uno sceicco. La diagonale tra pezzi di cronaca – tipo l’aiuto arabo al Giffoni Film Festival- conduce al Qatar in salsa campana, dove si farà Napoli-Juve di supercoppa (a dicembre).

Azzurro Napoli, lo scippo delle meraviglie

di Antonio Mango

“Una pura coincidenza”, ha dichiarato il questore di Napoli Merolla. Il fatto che siano stati colpiti in sequenza i tre delle meraviglie –Cavani, Hamsik, Lavezzi- fa parte del caso. Per la verità ai “tenori” va aggiunto anche il “posteggiatore” Aronica, di professione difensore di fascia sinistra, che pure aveva subito il furto della Fiat 500 della sua compagna. Tutto, grado della violenza e valori scippati, in proporzione alla destrezza dei piedi.

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