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Google adotta la " cultura del sospetto", punito chi è accusato di violare il copyright

Quando si dice indirizzare una ricerca. Ad essere sinceri, c'è sempre stato il sospetto che l'abbia fatto, ma ora - come dire? - è ufficiale. Google, il più diffuso motore di ricerca on line ha deciso una nuova "policy": d'ora in poi i siti, accusati di violare il copyright - avete letto ben: solo accusati - saranno spostati alla fine del ranking. In fondo ai risultati delle ricerche, dopo pagine e pagine.

L'annuncio l'ha dato la stessa Google sul blog ufficiale. La nuova norma scatterà fra pochissimo, lunedì 13 agosto.Nel suo breve comunicato il colosso telematico, bontà sua, spiega che non "deve essere" un'impresa a poter decidere se ci sia o meno la violazione del copyright. E', o dovrebbe restare, il compito di un giudice.

Ma in ogni caso, Google non vuole restare con le mani in mano. Tanto più che su YouTube - com'è noto, acquistato da Google - pendono in America diversi processi. Sempre per violazione del diritto d'autore.

Così, la compagnia ha pensato bene di "anticipare" il lavoro: basterà che ci sia la denuncia, o la "segnalazione" che un sito o un filmato siano stati pubblicati in violazione delle leggi sul copyright che quel sito e quel filmato finiranno in fondo all'elenco. Dopo centinaia di altri indirizzi, dopo decine e decine di pagine.

E se la segnalazione si rivelasse infondata? Se cioè qualcuno denunciasse un "concorrente" solo per farlo finire in fondo al ranking? O se un giudice decidesse che non c'è alcuna violazione di legge nel pubblicare dieci secondi di un filmato? Purtroppo per loro, gli sfortunati dovranno aspettare le normale procedure previste da Google. Fare opposizione, rivolgersi al servizio già previsto, e aspettare. Nel frattempo saranno praticamente invisibili nelle ricerche.

da www.globalist.it

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