L’Italia è un Paese che va a puttane. Sù, diciamocelo senza falsi pudori o moralismi retrò. E diciamocelo in barba ai doppi sensi. L’economia del Paese è andata a puttane un paio di anni fa: oggi ci si presenta il conto di oltre 24 miliardi di euro. L’occupazione è andata a puttane: il conto è salato, il 9 per cento di incremento dei senza lavoro. La politica è andata a puttane: leggi ad personam, xenofobia di Stato, leggi contro la libertà di stampa e il diritto all’informazione. I politici sono andati a puttane: chi sul “lettone”, chi sul lettino di un circolo sportivo, chi con un paio di trans.
La “Casta” ha mandato a puttane il senso dello Stato. La “Cricca ha mandato a puttane la ricostruzione de l’Aquila. La tv è andata a puttane, come ci ha detto l’inchiesta Vallettopoli. Quello che non è andato ancora a puttane, lo si vorrebbe costringere allo sputtanamento. Si vuole sputtanare la Costituzione, la Resistenza, la lotta alla mafia, il pacifismo, la Sinistra, la tolleranza religiosa, la Cultura, la Ricerca, la Scuola. Le leggi che hanno favorito l’evasione, compresa la raffica dei condoni, hanno mandato a puttane il Fisco. La politica economia del governo di centrodestra ha mandato a puttane i conti pubblici, mentre la speculazione globale sta mandando a puttane l’euro. I più forti hanno mandato a farsi fottere i più deboli: oggi un operaio è un esubero; una donna è un paio di tette o un bel culo; un impiegato pubblico è un fannullone; chi lavora un costo del lavoro; uno straniero non è una persona.
L’attuale classe dirigente ha trasformato il nostro Paese in un puttanaio: si insulta anche chi iscrive un film al Festival di Cannes. Da ultimo succede, che il ministro degli Esteri del governo italiano, nella foga di dimostrare amicizia allo Stato di Israele, si dimentica che almeno sei italiani sono stati proditoriamente catturati su una nave pacifista che portava aiuti umanitari a Gaza. Ci mancava solo mandare a puttane anche il ruolo diplomatico dell’Italia nello scacchiere del Mediterraneo, il famoso “fianco Sud” della Nato.
Quando diritti, doveri, sentimenti, aspettative, prospettive vengono quotidianamente frustrati, vuol dire che manca poco, davvero molto poco perché la nostra democrazia non venga mandata definitivamente a puttane. L’avvocato di grido, il consigliere giuridico, il ministro della Giustizia in pectore del nostro capo del governo, all’indomani dello scandalo delle escort che andavano e venivano dal “lettone” del capo ebbe a dire che lui, il capo, non aveva fatto niente di penalmente rilevante, semmai poteva essere considerato “l’utilizzatore finale”.
Guardiamoci allo specchio. A tutte queste puttanate ci abbiamo fatto l’abitudine. Ne parliamo come fossero cose che non ci riguardano, chiediamo ad altri di risolvere problemi che solo noi e il nostro impegno, singolo e collettivo dovrebbero affrontare seriamente, prima che davvero sia troppo tardi. Insomma, porca puttana, chi se la sentirebbe di dire alle prossime generazioni: ragazzi, non ci potevamo fare niente, di quel puttanaio eravamo solo “gli utilizzatori finali”?