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Sta andando tutto storto

Economia, televisione, cultura, e pure la Nazionale. E’ l’ora di una moderna utopia

L’Architettura di una nuova TV

Testimoni oculari raccontano che a Milano 2, la città del sogno berlusconiano di ricchezza diffusa, sul laghetto con le papere c’era il cartello “laghetto”. Una tautologia già profetica di quello che sarà il palinsesto di Canale 5, che prenderà vita proprio da quell’esperienza. Non a caso, un progetto di “città ideale “ ha dato vita a una nuova tv. Perché a sua volta la tv non fa altro che proporre modelli di vita a chi la “abita”. E nei prossimi giorni questo assunto proverà a trovare riscontro nella vera scommessa che sta dietro alla protesta contro la legge bavaglio: costruire un’altra “città televisiva”. Una agorà dell’etere, diversa da quell’enorme centro commerciale diffuso che dobbiamo “abitare” tutti i giorni, e di cui dobbiamo frequentare i canali e i televenditori più o meno travestiti.

Per questo, raccontiamo in questo numero di 3D il nesso che esiste tra gli spazi che abitiamo, quelli fisici e quelli mentali. Nessun progetto urbano si è mai sviluppato senza una spinta dalle aspirazioni sociali che lo devono sostenere. Oggi perciò parliamo delle esperienze di Marinaleda, delle case Rom di Casilino 900, del collettivo 99 de L’Aquila. Ma raccontiamo anche del 1 luglio, del progetto di “liberazione” del territorio televisivo che sta prendendo corpo a partire dall’esperienza di “RAI perunanotte”. Si chiama “Libera Rete” e si basa su un principio di federalismo dell’etere al contrario. Un programma cioè che, invece di dividere, unirà in una “ trasmissione a reti unificate” canali satellitari, digitali e web tv, come prima pietra per la fondazione di una “casa comune televisiva”. Un’idea che è al suo secondo esperimento, dopo quello del 25 marzo guidato da Santoro, e che sarà il terreno – questo, non quello di quante persone ci saranno a piazza Navona – della misura del successo dell’iniziativa contro la legge-bavaglio. Mettere le fondamenta di una città nuova, è la sfida. Che ciò avvenga nell’etere o sul territorio è – ormai dovremmo averlo capito tutti – la stessa cosa.

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