di Vincenzo Vita
Nelle prossime ore (oggi?) si consumerà il “delitto perfetto” del servizio pubblico radiotelevisivo. Quest’ultimo è dalla primavera-estate nella cella dell’esecuzione, in attesa di una telefonata del governatore che, naturalmente, non arriverà. Un’agonia durata 232 giorni. E il conto alla rovescia arriva proprio al confine tra l’autunno e l’inverno. Sull’azienda di viale Mazzini calano il buio e il freddo. Il Senato, in terza lettura, vara un testo mediocre e pericoloso. Una controriforma chiamata riforma, com’è d’uso nella stagione recente, quando ai misfatti politici si sono aggiunti quelli semantici.