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Un doc su Leonard Cohen lo celebra a Rovito

Lunedì sera, in provincia di Cosenza, Ugo G. Caruso evoca le "Ombre Sonore" del songwriter canadese

Ci sono artisti che oltre a piacerti o influenzarti possono cambiarti la vita, la visione del mondo, l’universo estetico, come accadde a me con Leonard Cohen negli anni ’70. Ecco perché a lui è dedicato il quinto incontro di “Ombre Sonore”, in programma lunedì 29 aprile alle ore 20.30 al Teatro Comunale di Rovito (Cosenza). Vedremo I’m  your man (Usa, 2005) documentario d’autore firmato da Lian Lunson, che si compone di un concerto-tributo al grande artista canadese in cui Nick Cave, Martha Wainwright, Teddy e Linda Thompson, Kate e Anna McGarrigle, Antony Hegarty, Julie Christensen, etc. - senza contare l’affettuosa dedica degli U2- ripropongono il suo sublime e sterminato songbook (“Suzanne”, "Bird on the Wire", "Sisters of Mercy", “A bunch of lonesome heroes”, "Famous Blue Raincoat", “So long Marianne”, “Chelsea Hotel”, “Story of Isaac”, “Midnight”, “Seems so long ago Nancy”, “Tower of song”, “Hallelujah”, “First we take Manhattan”, “I’m your man”, “The future”, etc.), alternato ad una lunga intervista in cui Cohen, poeta e scrittore ancor prima che musicista, racconta le sue molte vite.

Le origini ebraiche, l’infanzia a Montreal, i primi romanzi e le raccolte di liriche, il periodo nell’isola greca di Hidra, la lunga bohème newyorkese al Greenwich Village, gli anni da impenitente seduttore, il successo tardivo e la partecipazione al raduno dell’Isola di Wight, i disegni, Nashville e Los Angeles, la stagione buddista, la resurrezione creativa. Il documentario dunque può essere visto pure come una sorta di autoritratto del più enigmatico, indecifrabile, affascinante songwriter di sempre, un artista unico e incomparabile, sospeso tra la dissoluzione del vecchio mondo e l’incerto dischiudersi del nuovo, eternamente diviso tra estasi e tormento e attratto fino all’ossessione dall’amore, sacro e profano che sia. Il film tenta di offrire una chiave per decifrare il denso universo dell’autore fatto di simboli e visioni in cui si confondono storie fantastiche e personali e in cui si riflette la sua molteplice identità culturale di ebreo, di canadese, di seguace dello zen. Un percorso lungo cui seguire l’uomo con “l’impermeabile blu”, il dandy che canta con quella sua inconfondibile voce grave, solenne, profonda, da “scantinati della melodia”, la sua inesausta ricerca della bellezza condotta fino allo stremo attraverso l’amore per le donne innanzitutto ma pure laddove di solito non ci si spinge, nei territori inesplorati dello spirito. Alla fine emerge la sua impossibilità a non scrivere canoni. Esse sono per Cohen la magica medicina contro il mal di vivere eppure allo stesso tempo, lucidamente, un semplice, umano sfogo, inevitabile quanto vano.

Regia e sceneggiatura: Lian Lunson.
Prodotto da Lian Lunson e Mel Gibson.
Paese: Usa, 2005.
Con Leonard Cohen, Martha Wainwright, Teddy Thompson, Linda Thompson, Nick Cave, Kate McGarrigle, Anna McGarrigle, Beth Orton, Rufus Wainwright, Antony Hegarty , Jarvis Cocker, The Handsome Family, Perla Batalla, Julie Christensen, The Edge, Bono, Adam Clayton e Larry Mullen Jr.

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