di Ugo G. Caruso *
Se n’è andato pochi giorni fa, com’era nell’ordine delle cose, ma la sua morte mi ha comunque addolorato perché per Piero Mazzarella provavo una simpatia ed una stima particolari. Forse perché ai miei occhi e certamente non solo ai miei, rappresentava più di ogni altro quella di Milano che non esiste più e dalla quale attraverso la televisione quelli della mia generazione si sono sentiti molto formati. Anni fa avrei voluto dedicare una serata telesaudadista alla Milano televisiva, ovviamente quella degli anni del bianco e nero, ma il progetto è cresciuto troppo fino a complicarsi e a diventare di difficile realizzazione. E comunque per il futuro non è detta l’ultima parola. Ovviamente nell’ampia antologia di artisti cui pensavo (Milly, Marcello Marchesi, Tino Carraro, Walter Chiari, Gino Bramieri, Franca Valeri, Gianrico Tedeschi, Strehler, Grassi, Carpi, Fo e Rame, Franco Parenti, Celentano, Gaber, Jannacci, Ornella Vanoni, I Gufi, Tino Scotti, Lia Zoppelli, Franco Volpi, Sandra Mondaini, Adriana Asti, Anna Maria Guarnieri, Giulia Lazzarini, Carla Fracci, Cochi e Renato e tantissimi altri) non sarebbe mancato un tributo affettuoso a quel magnifico milanesùn di Piero Mazzarella.