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Comincia oggi il Festival di Torino, l'edizione della maturità

di Riccardo Palmieri

Comincia oggi con “L’arte di vincere (Moneyball)” di Bennett Miller , il 29° Torino Film Festival.

Basato sul libro di Michael M. Lewis, Moneyball: The Art of Winning an Unfair Game, “L’arte di vincere” (Moneyball) racconta la vera storia di Billy Beane, general manager della Oakland Athletics, che nonostante un budget bassissimo riuscì a costruire una squadra di baseball di successo e fu imitato da tutte le altre squadre.
Protagonista, Brad Pitt, che ne assicurerà l'uscita nelle nostre sale i primi di gennaio.

La storia : nel 2001, la squadra di baseball degli Oakland Athletics va a rotoli, e il general manager Billy Beane lo sa. Non ci sono soldi e tutti i giocatori migliori stanno passando alle squadre avversarie.
Quando incontra Peter Brand, un paffuto nerd neolaureato a Yale che applica i suoi complessi calcoli matematici al sistema del gioco e dell’ingaggio, Billy lo assume senza esitazioni. Sono tutti contro di loro, compreso Howe, lo stizzoso allenatore; ma Billy Beane e Peter Brand cambiarono in quegli anni la faccia del baseball, trasformando il romanticismo in un’equazione matematica. Al centro, un’interpretazione brusca e romantica di Brad Pitt, eroe al tramonto e sottono, perfetto nei battibecchi con Jonah Hill (il protagonista di Cyrus dei fratelli Duplass, che è un Peter Brand spaesato e irresistibile) e negli scontri con Philip Seymour Hoffman (Howe). Al loro fianco Robin Wright, nella parte della ex-moglie di Beane.

Il concorso ufficiale vede 16 opere prime, seconde e massimo terze. C’è chi si lamentava della mancanza dell’Italia nella sezione competitiva, nonostante qualche eccezione (vedi La bocca del lupo, Henry): quest’anno ce ne sono due. Si tratta de I Più Grandi di Tutti, opera seconda di Carlo Virzì con Claudia Pandolfi, e Ulidi Piccola Mia, esordio nel lungometraggio di Matteo Zoni.

Si continua poi con le proiezioni di Martin Scorsese con il film su George Harrison, il “ Miracolo a Le Havre” di Kaurismaki, “ 17 ragazze” di Muriel e Colin Doulphine, “ Win win, mosse vincenti” di Tom McCarthy con Paul Giamatti, e “ Wrecked ” di Michael Greenspan con Adrien Brody.

L’Italia è anche fuori concorso con Sette opere di misericordia di Gianluca De Serio e Massimiliano De Serio, applaudito a Locarno, L’era legale di Enrico Caria, Il giorno in più di Massimo Venier con Fabio Volo. E, gioiamo!, non manca l’horror grazie a Mientras duermes di Jaume Balagueró, Bereavement di Stevan Mena (sequel di Malevolence), Dernière séance di Laurent Achard, e il folle The Oregonian di Calvin Lee Reeder. Tra i documentari, da non perdere George Harrison: Living in the Material World di Martin Scorsese, The Ballad of Genesis and Lady Jaye di Marie Losier (Teddy Award a Berlino), Into the Abyss di Werner Herzog. In Onde segnaliamo Hanezu No Tsuki di Naomi Kawase, e i nuovi Jonas Mekas e James Benning. Nella retrospettiva su Sion Sono ci sarà infine anche Guilty of Romance, il film che il regista ha girato quest’anno prima di Himizu e visto a Cannes.

Due invece gli eventi di chiusura del 3 dicembre. Dopo la proiezione di ALBERT NOBBS, il film di Rodrigo Garcìa interpretato da Glenn Close, ci sarà un secondo evento a conclusione del Festival: l’anteprima internazionale di TWIXT, il nuovo film di Francis Ford Coppola, interpretato da Val Kilmer, Bruce Dern e Elle Fanning.

Girato a colori e in bianco e nero, in 3D e in due dimensioni, TWIXT segna il ritorno di Coppola al gotico, quasi vent’anni dopo DRACULA. Racconta l’avventura di uno scrittore di thriller-horror di serie B che, durante un tour nella provincia americana, si imbatte nella storia della misteriosa morte di una ragazzina. Il protagonista si trova immerso in un mondo in cui i fantasmi si sovrappongono ai ricordi, influenzato dalla narrativa di Edgar Allan Poe e di Nathan Iel Hawthorne.

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