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“AguasAltas.com”: ci basta il web, tutto il resto è confusione

Il neo tribalismo di McLuhan e il pathos partecipativo collettivo

di Riccardo Tavani

Che un film come questo possa essere oggi prodotto, nella sua forma di commedia rivolta a un pubblico vasto, dimostra quanto non sia affatto scomparso ma stia anzi tornando di forte attualità il pensiero di Marshall McLuhan. Pur essendo questo pensiero ancora largamente poco conosciuto, il nome del suo autore sta rifiorendo sulle labbra di molti. Questo film, ad esempio, prende alla lettera uno dei concetti emblema di questo pensatore, quello di “Villaggio Globale”.

Per McLuhan il villaggio globale è diventato il pianeta terra dal momento in cui è interamente connesso attraverso la fitta rete dei nuovi media elettronici e che questa interconnessione ricrea una condizione simile a quella degli antichi villaggi e tribù umane. McLuhan chiama questa condizione con il nome di “neo tribalismo planetario”, perché finisce l’epoca della predominanza della scrittura e torna quella della comunicazione orale. Non tutti sono d’accordo che le cose stiano andando così. Il nostro filosofo contemporaneo Maurizio Ferraris è convinto, al contrario, che computer, telefonini e tablets, siano oggi usati per continuare a comunicare in forma scritta, rispondendo così alla necessità imprescindibile della società di lasciare tracce legalmente certe degli atti comunicativi umani, mentre è noto quanto “verba volant”, le parole orali si volatilizzino. Gli autori del film, invece, prendono alla lettera McLuhan e si vanno a cercare un villaggio realmente esistente nel nord del Portogallo, che si chiama Aguas Altas ed è incastrato in uno stupendo scenario montano al di sopra di un lago. Un villaggio di poche persone, senza una strada asfaltata o un ponte che colleghino con il resto del mondo. C’è solo un giovane ingegnere che ha progettato sia strada che ponte e che da anni si sta dando da fare per realizzare il suo progetto. Ha anche aperto un sito internet, ma una potente multinazionale spagnola delle acque minerali aveva già registrato un marchio e un logo con lo stesso nome ed è in procinto di lanciare una miliardaria campagna pubblicitaria per affermare i suoi prodotti. Si scatena un conflitto legale e mediatico che coinvolge dalla municipalità del villaggio al governo portoghese, dalle televisioni locali ai network internazionali, dai pochi componenti della tribù locale a schiere di ecologisti in tutto il pianeta. Esattamente quello che intendeva McLuhan con le espressioni “villaggio globale” e “neo tribalismo planetario”. Non è solo un fatto di forma della comunicazione, scritta, orale o visiva che sia, ma di coinvolgimento, partecipazione sensoriale diretta nelle vicende vissute. Quello su cui McLuhan insisteva, era che nella antica comunicazione tribale, la vicinanza fisica a cui costringeva la comunicazione orale per poter essere ascoltata, metteva in gioco un sentire comune degli aspetti più profondi della vita umana e di ciò che la circondava. Nel racconto di una leggenda, di una storia, la comunità che ascoltava partecipava anche di una dimensione inesprimibile, misteriosa, enigmatica, eppure era proprio questa che saldava più profondamente il sentire e l’agire di quelle tribù. Non c’è dubbio che i media elettronici oggi ricreano una forma di pathos partecipativo collettivo. Si pensi non solo ai grandi eventi televisivi, ma proprio alle recenti ondate rivoluzionarie nei paesi arabi, le quali hanno viaggiato sulle varie forme di network internazionali. Nessun medium ha mai totalmente divorato quello precedente; così non ha fatto il cinema con il teatro, la tv con la radio e il cinema e poi gli attuali mezzi elettronici con la tv. E questo vale anche tra la scrittura e l’oralità; ma a parte questo, è proprio l’elemento del pathos partecipativo che entra in gioco con il nuovo intreccio e convergenza dei media contemporanei, ben aldilà della necessità di depositare tracce di valore storico e legale. Anche su questo il film prende alla lettera McLuhan: il vero villaggio moderno ha solo bisogno della comunicazione in rete, tutto il resto fa confusione.